pieno il cambiamento avvenuto nel-
la scuola italiana di fine millennio.
Il primo riguarda l’attribuzione del-
la qualifica dirigenziale ai capi d’isti-
tuto (D.L. 6 marzo 1998, n. 59); in ba-
se a tale decreto sono scomparse le
tradizionali figure del Direttore Di-
dattico e del Preside per lasciare po-
sto ad un nuovo profilo, quello del
Dirigente Scolastico, comune a tutte
le istituzioni di ogni ordine e grado.
Tale passaggio, per quanto si è potu-
to constatare in questi anni, non è
stato semplicemente un cambiamen-
to di facciata (come è avvenuto altre
volte nel mondo della scuola), ma ha
innovato profondamente il sistema e
la logica di governo degli istituti.
Con la qualifica dirigenziale, infatti,
i capi d’istituto sono essenzialmente
chiamati ad una precisa assunzione
di responsabilità nei confronti della
gestione unitaria delle scuole. Il
“vecchio preside” era essenzialmen-
te il terminale di decisioni gerarchi-
camente sovraordinate ed il suo ruo-
lo era soprattutto quello di garantire
la legittimità procedurale degli atti
(Tropea, 1999). L’odierno dirigente,
al contrario, è il responsabile unico
della gestione di un servizio dal qua-
le ci si aspettano determinati risulta-
ti: dalla custodia di una legittimità
originata nel sovrasistema (ovvero
imperniata sui programmi e le diret-
tive centrali), la sua funzione si è
evoluta nella direzione del
manage-
ment
, con l’obiettivo di proporre, per
la propria scuola, un’offerta formati-
va scolastica apprezzabile e convin-
cente (Romei, 1999). È anche per
questa ragione che il dirigente è sta-
to definito, di volta in volta, un faci-
litatore del cambiamento, un orga-
nizzatore, un progettista, un profes-
sionista in grado di gestire contem-
poraneamente competenze relazio-
nali, contabili, manageriali e peda-
gogiche.
21
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
■
24
Orientamento e scuola
mia”) il cui testo, per riconfermando
l’unitarietà del sistema scolastico na-
zionale, ha introdotto il concetto di
autonomia funzionale degli istituti
(Capaldo, Rondinini, 2002). Con tale
provvedimento si assiste ad una in-
versione di rotta nel nostro sistema
di istruzione e formazione che segna
il passaggio da una scuola sostan-
zialmente invariata per anni ad un
modello flessibile, che consente ad
ogni istituto di organizzarsi al pro-
prio interno e nei rapporti con l’e-
sterno secondo le proprie esigenze,
nonché di distinguersi in base alla
propria identità ed ai propri modelli
di organizzazione.
Accanto alle disposizioni in materia
di autonomia (qui sommariamente
ricordate) vanno poi citati almeno
altri due provvedimenti senza i qua-
li non potrebbe essere compreso ap-
Carlo Bevilacqua,
Mimì, ballerina di turno,
1958.