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• un riavvicinamento al processo
formativo attraverso un nuovo
collegamento fra scuola ed esi-
genze di autonomia;
• una maggiore conoscenza della
struttura scolastica attraverso
un’analisi e un confronto delle
rappresentazioni della struttura
nelle sue diverse componenti;
• una sperimentazione di meto-
dologie innovative basate sul la-
voro di gruppo e sulla creatività
in un contesto scolastico” a ri-
schio”.(4)
Il progetto che ha coinvolto tutti i
ragazzi delle prime classi della
scuola (109 studenti), è stato carat-
terizzato, fin dalle fasi iniziali, da
un’ottica di rovesciamento dell’ap-
proccio tradizionale al fenomeno
del disagio. In primo luogo perché
già la fase di definizione del proble-
ma è stata affidata ai ragazzi stessi i
quali hanno rilevato in prima per-
sona le problematiche sulla scuola
esprimendo le loro possibili idee
sulla scuola desiderata.
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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bandono, agendo con precocità fin
dagli esordi dell’esperienza scola-
stica (ottobre del primo anno). Gli
incontri avevano come obiettivi
principali:
• l’intervento su una serie di pun-
ti di criticità ipotizzati come
presenti negli studenti (segnali
di allarme). In particolar modo:
il basso coinvolgimento in aula,
la scarsa motivazione allo stu-
dio, le difficoltà di apprendi-
mento, il disagio scolastico
espresso spesso con comporta-
menti al di fuori delle regole;
• un supporto alla struttura scola-
stica nel difficile processo di in-
terpretazione e svelamento dei
bisogni latenti degli studenti,
bisogni che si manifestano spes-
so con la messa in atto di com-
portamenti non ortodossi nei
confronti dei compagni e dei
professori. (obiettivo di natura
conoscitiva);
• una promozione delle capacità
creative;
In secondo luogo, il disagio scola-
stico è stato trasformato da proble-
ma nell’opportunità di esprimere la
propria creatività con la realizzazio-
ne di prodotti innovativi per cui
uno stato di malessere è stato tra-
sformato attraverso le diverse fasi
del progetto in un “prodotto”.
LE FASI
Il progetto si è strutturato nelle fasi
successive:
1) una prima fase di socializzazione
e di conoscenza (denominabile an-
che come
fase rilevativa
);
2) una seconda fase di ricerca-inter-
vento che ha portato alla creazione
di veri e propri “prodotti”, da
parte dei ragazzi, supportati dagli
operatori (denominabile anche co-
me
fase operativa
);
3) la fase di socializzazione e di co-
noscenza.
I primi tre incontri di gruppo sono
stati dedicati alla presentazione del
progetto, alla socializzazione fra i
partecipanti, alla presentazione de-
gli operatori che avrebbero condot-
to i gruppi e alla rilevazione dei bi-
sogni e delle problematiche. Fin dal
primo incontro collettivo gli opera-
tori si sono resi conto che si trattava
di una vera e propria sfida; di fron-
te a ragazzi per la maggior parte po-
co motivati allo studio, insofferenti
rispetto all’ambiente scolastico, che
fin dai primi minuti mettevano in
atto comportamenti di rifiuto, come
si poteva catturare l’attenzione e fa-
vorire il coinvolgimento? L’espe-
rienza si è quindi immediatamente
caratterizzata per il ricorso a solu-
zioni creative dettate dalla necessità
di infrangere il ”muro” che si in-
staurava invariabilmente fra ragaz-
zi, operatori e professori.
Orientamento e scuola
Tina Modotti,
Bicchieri
, Messico 1925
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