vore dei media (PC e reti telema-
tiche su tutti, a breve la televisio-
ne interattiva e/o altri strumen-
ti…) non ci si può esimere co-
munque dal formulare un quesi-
to. Perché la formazione a distan-
za oltre ai motivi citati? La rifles-
sione sulla raggiungibilità di un
maggior numero di utenti, e quin-
di sulla contrazione di certi costi
impone una certa standardizza-
zione e pone una riflessione, non
si tratta allora di formazione per-
sonale, al limite, parzialmente,
personalizzata. Ogni intervento
di formazione a distanza non vie-
ne pensato per una persona, ma
contribuisce, semmai, ad arricchi-
re l’offerta formativa dentro la
quale la persona costruisce il pro-
prio percorso. L’equivoco di natu-
ra epistemologica, che sovrappo-
ne spesso, nella letteratura attuale
FAD e formazione personale, in-
dividuale, va perciò dissipato,
non si tratta, indubbiamente, del-
la stessa cosa. Sarebbe antiecono-
mico progettare per un singolo un
sistema o anche un solo corso che
si svolga in FAD; sarebbe comun-
que meno onerosa la formazione
di tipo tradizionale.
FUNZIONI
DEL PROGETTISTA
DI FORMAZIONE
INDIVIDUALE
Dopo aver indicato le motivazioni
che ne hanno supportato l’ideazio-
ne e progettazione, ed hanno con-
fermato la rilevazione del bisogno e
dopo alcune precisazioni sulla for-
mazione individualizzata, ritengo
opportuno enucleare quello che
può essere lo scenario nel quale de-
clinare questa figura e i possibili
vantaggi derivanti da un suo utiliz-
zo come figura di sistema. (12)
Il progettista di formazione individua-
le e la sua collocazione
L’avvenuta riforma dei Centri per
l’Impiego lascia in Italia ancora
aperte questioni non facilmente ap-
pianabili. I paesi con una tradizione
di politiche attive dell’UE, vicini a
noi geograficamente e, in alcuni ca-
si, culturalmente, come Francia, In-
ghilterra, Germania, hanno intro-
dotto da tempo politiche di attiva-
zione di Centri, corrispondenti alla
progettazione ideale dei nostri nuo-
vi Centri per l’impiego, nei quali gli
utenti possono trovare a loro dispo-
sizione una serie di servizi com-
plessi, tra i quali: orientamento, bi-
lancio di competenze, progettazio-
ne di percorsi formativi e professio-
nali individuali e centrati sui propri
bisogni, formazione adeguata atti-
vabile in tempo reale, servizi di in-
contro tra domanda e offerta di la-
voro. Questi servizi vengono pre-
stati, spesso, in regime di conven-
zione, con liberi professionisti o,
più spesso, con agenzie; a volte si
preferisce investire in complessi e
lunghi percorsi formativi per poi
gestire risorse interne o integrare ri-
sorse già di livello professionale al-
to. Le risorse, in qualsiasi modalità
investite, costituiscono un indubbio
vantaggio e non un costo, perché
mentre raggiungono obiettivi in
termini di inserimento, contraggo-
no i costi sociali della disoccupazio-
ne e di politiche tese ad arginarla in
maniera momentanea.
Il progettista della formazione in-
dividuale trova dunque la sua na-
turale collocazione nei Centri per
l’orientamento o nei Centri per
l’impiego laddove essi si situino
con una funzione che gli è propria,
risultante dalla
mission
della legge
istitutiva, come promotori di azio-
ni orientanti e di cambiamento cul-
turale oppure, dislocato altrove, in
convenzione con essi e in tutti quei
Centri (centri per il Diritto allo Stu-
dio, centri di orientamento delle
Università, centri Informagiovani,
strutture di recupero e reinseri-
mento sociale…) ove la funzione
orientativa voglia raccordarsi alla
prosecuzione di un percorso in vi-
sta di una progettazione della for-
mazione e dell’inserimento profes-
sionale, o della ricollocazione, o
del semplice miglioramento delle
competenze, in una parola, dell’oc-
cupabilità.
Il progettista di formazione indivi-
duale può però utilmente avere una
funzione, come personale interno o
come consulente, anche nelle orga-
nizzazioni medio grandi e grandi,
che vogliano investire nello svilup-
po delle proprie risorse umane, con
la funzione quindi di progettare le
carriere, di stimolare la motivazio-
ne interna mediante percorsi co-
struiti direttamente sui singoli.
Come si forma un progettista di for-
mazione individualizzata
Pensando al progettista di forma-
zione individuale come, secondo
una felice espressione del prof. Giu-
seppe Scaratti “mediatore di anco-
raggi possibili alla realtà” (13) e co-
me supporto alla rilettura e conse-
guente riscrittura della propria sto-
ria, abbiamo ipotizzato e realizzato
una formazione che comprendesse
principalmente le seguenti aree,
contenuti e metodologie.
L’opzione è stata dunque quella di
fornire, perlomeno nella prima
esperienza conclusa, una forma-
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola