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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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stata, invece, svolta con successo una
delicata operazione di innesto di una
nuova pianta su una pianta autoctona,
che aveva già buone radici. Il bilancio
di competenze e le azioni per gli adul-
ti sono diventati patrimonio dei servizi
regionali di orientamento che, come
quasi tutti i contesti italiani, avevano
una consolidata esperienza di lavoro
con i giovani e con le scuole. Trovo
che questo sia un interessantissimo
esempio di quel mainstreaming che la
Comunità Europea da tempo ci solleci-
ta a fare: un’operazione a volte un po’
misteriosa nei suoi aspetti operativi e
sempre difficile da realizzare. Qui, in
Friuli-Venezia Giulia, ne abbiamo un
esempio importante, che si è giovato
della collaborazione e del supporto dei
colleghi francesi che abbiamo ascolta-
to questa mattina.
Monsieur Guichard, nel suo interessante
intervento, sottolineava un aspetto chia-
ve delle azioni di orientamento per gli
adulti – aspetto al quale la Francia dedi-
ca da sempre grande attenzione – e,
cioè, il loro radicamento nelle dinami-
che sociali e nell’organizzazione del la-
voro nonché l’importanza di mantenere
un forte legame fra le azioni tecniche, le
metodiche, la filosofia di intervento che
le sottende e il sistema di valori in cui ta-
li interventi si collocano. Ascoltando
questo intervento mi chiedevo se e quan-
do, anche in Italia, saremmo stati capaci
di creare questo legame forte, superando
la menomante logica tecnicistica che
spesso ha connotato le nostre azioni di
orientamento, a scapito della loro forte
valenza sociale.
Ed è stata per me un’emozione sentire
la Professoressa Goldschmidt citare i
diritti di cittadinanza in riferimento al-
l’educazione degli adulti e ai Centri
Territoriali Permanenti.
Troppe volte, in occasioni come que-
sta, ci siamo ritrovati a fare lamenta-
zioni per l’eterna mancanza delle con-
dizioni minime per lavorare sull’orien-
tamento e farne davvero un sistema o
ce ne siamo andati “con la coda fra le
gambe” per il sempre frustrante con-
fronto con i colleghi francesi: una
realtà di riferimento costante quanto
inarrivabile.
Oggi il clima è stato diverso: noi stia-
mo, infine, costruendo un sistema im-
portante, di rilievo sociale e professio-
nale.
Sì…”una risposta è possibile” anche in
Italia, come negli altri paesi europei
con i quali ci siamo sempre confronta-
ti e dai quali abbiamo imparato tanto e
con profitto.
Di qui possiamo crescere ancora.
voler trarre le conclusioni di una gior-
nata così ricca di stimoli, di riflessioni
ma anche di emozioni.
Mi piace concludere questa giornata
sul filo delle emozioni che mi ha su-
scitato.
L’emozione di rivedere, attraverso gli
interventi dei relatori, quanta strada
abbiamo percorso in questi ultimi die-
ci anni, anni in cui, come ha detto Ma-
ria Luisa Pombeni, abbiamo “pedalato
in salita”…ma con quali risultati!
Questo convegno ha un titolo che ben
rappresenta il nostro cammino: “L’o-
rientamento degli adulti: una risposta
possibile”. Ironicamente si potrebbe
parafrasare così: “L’orientamento degli
adulti: una risposta possibile?” È un’e-
mozione scoprire, alla fine di questa
giornata, che possiamo oramai togliere
il punto interrogativo finale.
Dobbiamo ancora lavorare: come Ma-
ria Luisa Pombeni ha ricordato, esiste
ancora, per noi in Italia, il problema di
definire meglio le professionalità e i
percorsi formativi dei nostri operatori,
operazione che in Francia è stata fatta
da tempo. Ma alla conclusione di que-
sta giornata, “sentendo” il clima dei la-
vori e della informalità – un clima cal-
do, fatto di sintonia e armonia dei lin-
guaggi e degli interessi – mi sento di
dire che in dieci anni di lavoro diffici-
le e non sempre gratificante, abbiamo
costruito qualcosa che giudico più im-
portante della definizione dei profili
professionali (che oggi costituisce forse
un problema di facile soluzione).
Qualcosa che, personalmente, ho sem-
pre “invidiato” ai colleghi francesi dai
quali abbiamo tanto imparato: la loro
comunità professionale.
Oggi sento che in Italia stiamo co-
struendo una nostra comunità profes-
sionale, fatta non solo di linguaggi co-
muni, di pratiche condivise ma anche
di sentimenti: primo fra tutti, il senti-
mento di appartenenza. Sento che “i
brutti anatroccoli”, come ancora sta-
mattina si definivano alcuni degli ope-
ratori presenti, stanno oramai metten-
do le ali: non so se tutti diventeranno
dei cigni, ma siamo sulla strada buona!
Mi conferma in questa idea la presen-
za, a questo convegno, degli operatori
di “seconda generazione”, se posso
usare questa espressione, accanto agli
operatori di “prima generazione”.
Quello che ci sorregge oggi è il fatto di
credere che sia possibile ripercorrere
la favola del brutto anatroccolo. In
questo senso il lavoro fatto in Friuli-Ve-
nezia Giulia è un esempio felice. Non
ci si è limitati a copiare e importare
delle metodiche o degli strumenti: è
l’uso sinergico delle risorse regionali e
comunitarie (progetto SISIFO) permette
un supporto tecnico di qualità e la pre-
disposizione/adattamento di un nutrito
repertorio di nuovi strumenti (CD-
Rom- professioni).
Risultati ottenuti
Per l’utente: un’ottantina di persone
adulte hanno completato con soddisfa-
zione il percorso proposto (8-10 in-
contri), riportando generalmente una
migliorata consapevolezza delle pro-
prie competenze e dei propri obiettivi
professionali;
per il consulente: il bilancio si è dimo-
strato una metodologia particolarmen-
te coerente con la professionalità del-
l’orientatore, producendo maggior pa-
dronanza e competenza nella gestione
della consulenza orientativa con gli
adulti. Il percorso è stato vissuto dai
consulenti come soddisfacente e perti-
nente ai bisogni dei propri utenti, an-
che se piuttosto impegnativo e oneroso
in termini lavorativi;
per il servizio: la sperimentazione la-
scia in eredità un gruppo consistente di
operatori pubblici (15) in grado di ge-
stire percorsi di bilancio sull’intero ter-
ritorio regionale sulla base di un mo-
dello condiviso e unitario; un reperto-
rio di strumenti completo per l’attiva-
zione di linee di servizio sul bilancio;
un know how e un’esperienza da
diffondere e da condividere con il re-
sto del “Sistema”.
Criticità e prospettive
Alcuni snodi emersi nella sperimentazio-
ne rimangono ancora parzialmente irri-
solti: riguardano la rete di relazioni tra
servizi e operatori, l’onerosità (in termini
organizzativi) del percorso di bilancio, la
compresenza e la differenziazione con
altre pratiche orientative per adulti.
La sperimentazione è anche un contri-
buto per ripensare al “Sistema dei ser-
vizi per l’Orientamento Continuo” in
FVG, indipendentemente dalla possi-
bilità o meno di mettere a regime il
B.d.C. c/o i Centri di orientamento.
Considerazioni conclusive
Alessandra Selvatici
Associazione D.O.R.A.
È impresa ardua e quasi presuntuosa
QUADERNI DI ORIENTAMENTO
Iscr. Trbunale n. 774
Registro Periodici del 6/2/90
1...,117,118,119,120,121,122,123,124,125,126 127
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