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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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«L
CIASCUNO A SUO MODO
I PROGETTISTI
DELLA FORMAZIONE INDIVIDUALE
Federico Batini
CONTORNI DI UNO
SCENARIO (1)
In altra sede ho avuto l’occasione
di scrivere, come in realtà, oggi, sia
complesso, anche nelle democrazie
occidentali, valutare i sistemi di
istruzione e di formazione in termi-
ni di accesso, distributività, capa-
cità di rispondere ai bisogni di tutti
e come, al contrario, non siano dif-
ficili da trovare, anche alle nostre
latitudini, esempi di involuzione,
di controdistributività, di non de-
mocrazia(2) Secondo il rapporto
Censis 1999(3) le spese per istruzio-
ne, formazione e cultura rappre-
sentano la spesa più importante
per il 23,2% delle famiglie italiane.
La tendenza all’incremento di que-
ste spese viene rilevata in maniera
chiara da numerosi rapporti, a li-
vello nazionale, continentale, mon-
diale ed è visibile nel numero di
iniziative in questa direzione e nel-
la creazione di un mercato privato
consistente, relativo appunto alla
formazione ed all’istruzione. Con-
temporaneamente assumono sem-
pre maggiore importanza le politi-
che pubbliche in questa materia;
grazie a numerose modalità di fi-
nanziamento, l’accesso ad una for-
mazione protratta nel tempo (in vi-
sta dell’obiettivo della formazione
long life
) ha conseguito i primi
obiettivi, se non altro in termini
quantitativi. Risulta a tutti chiaro
come le politiche di formazione dei
vari paesi membri della Comunità
Europea si stiano muovendo in di-
rezione (o dovranno farlo in un fu-
turo assai prossimo) dell’indivi-
dualizzazione della formazione. In
Italia, ad esempio, nel 2002 l’innal-
zamento dell’obbligo formativo a
18 anni sta chiamando in causa 1,7
milioni di ragazzi, generando in-
credibili ritardi nei sistemi di for-
mazione che non sono preparati a
fronteggiare una domanda diversi-
ficata; nella maggior parte dei casi,
questi sistemi non sono nemmeno
pronti ad organizzare l’informazio-
ne all’utenza, al controllo degli ero-
gatori, alla continuità della relazio-
ne con tutti gli attori ed al monito-
raggio continuo (4).
Si assiste in ogni caso ad una diffu-
sione del dibattito e ad un incre-
mento della domanda di percorsi
individualizzati, una maggiore at-
tenzione in questa direzione, al fio-
rire di esperienze in questo senso,
ricordando che, storicamente, la
personalizzazione dei percorsi di
istruzione e formazione nasce attor-
no a particolari categorie di utenza
connotate da una qualche difficoltà.
Alla domanda individuale che oggi
si presenta invece anche da parte di
un pubblico (5) più
maturo
, viene
spesso tentata una risposta median-
te l’assegnazione di risorse tramite
bandi pubblici. Gli enti locali (ri-
spondendo a raccomandazioni eu-
ropee) progettano cioè il proprio in-
tervento definendo dei termini ge-
nerali di accesso e di utilizzo. Que-
sti bandi richiedono, per favorire
l’attivazione dell’utenza, un proget-
to personalizzato, in relazione al
quale si chiede l’investimento ero-
gato per pagare la propria forma-
zione. Altrimenti potrebbe risultare
un uso di risorse confuso, diffuso,
senza finalità e senza collegamenti
con i propri percorsi precedenti, so-
prattutto senza un disegno proget-
tuale. Il sistema risulta però man-
cante di una figura di intermedia-
zione che consenta, a chi non ha le
competenze per farlo, cioè la stra-
grande maggioranza dei cittadini,
di costruire un progetto su di sé;
questo non solo in un’ottica di ac-
cesso ai fondi pubblici e comunita-
ri, ma anche in un’ottica di em-
powerment e di orientamento ai
percorsi formativi e di inserimen-
to/miglioramento professionale.
Non si tratta di discutere la politica
dell’individualizzazione. Le ricer-
che sulla peculiarità dei processi co-
gnitivi (6), l’emersione dei paradig-
mi narratologici e costruzionisti in
formazione (7), la complessità cre-
scente (8) che produce le multiap-
partenenze, le modularità identita-
rie (9), tutto concorre a far ritenere
che la strada giusta da percorrere
sia quella della individualizzazione
della formazione.
SOLUZIONI
CONTRODISTRIBUTIVE?
Ciò che nelle migliori intenzioni dei
legislatori e dei tecnici che hanno
progettato questi sistemi, voleva es-
sere una spinta in direzione di una
democrazia formativa, verso un
ampliamento dell’accesso alla for-
a democratizzazione dei percorsi
di formazione e la conseguente
scolarizzazione di massa
possono essere considerate
alcune tra le poche utopie che si
sono realizzate con esito
positivo nella maggior parte dei
paesi occidentali.
Non mancano tuttavia difficoltà
nel rendere efficaci gli obiettivi
di una politica educativa di
massa e nell’individuare e
rendere operativi
i rimedi agli insuccessi di tali
politiche.»
(Claudia Montedoro, Isfol)