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della farmacia. Ancora, uno studen-
te può desiderare di frequentare
una scuola di cinematografia e nel-
lo stesso tempo sentirsi “obbligato”
a frequentare un corso poco interes-
sante, ma ritenuto da egli stesso e
dalla famiglia con sbocchi profes-
sionali elevati.
La teoria della discrepanza del sé
sortisce in molti, anche professioni-
sti, l’effetto del deja vu, del già cono-
sciuto. In realtà le novità che la teo-
ria presenta non sono poche: dal da-
re importanza al sé dovere, al mette-
re in relazione le reazioni emotive
con determinate discrepanze, al con-
siderare in modo strutturato l’intero
sistema dei sé. Non a caso la teoria
ha prodotto in questi anni molte ri-
cerche di approfondimento.
Un primo filone di ricerca, natu-
ralmente, riguarda la conferma
della teoria proposta. A tal propo-
sito, negli ultimi anni, alcuni auto-
ri sembrano indicare nel concetto
di
sé indesiderato
un predittore
complementare se non migliore
delle reazioni emotive associate al
sé dovere.
Un secondo filone riguarda l’uso
della teoria di Higgins in svariati
campi della ricerca e le sue applica-
zioni cliniche, come ad esempio
nella depressione (Beck et al., 1999).
Infine, la teoria della discrepanza è
stata foriera di ulteriori elaborazio-
ni teoriche come la teoria del focus
autoregolatore.
STRUMENTI
DI INDAGINE
NELLA TEORIA
DELLA DISCREPANZA
In anni recenti, diversi strumenti, a
partire da quello ideografico propo-
sto dallo stesso Higgins, sono stati
LA DISCREPANZA DEL SÈ
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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messi a punto per la misurazione
delle distanze psicologiche tra i sé
del dominio, utilizzando diverse
metodologie: Q short, differenziale
semantico, griglie di repertorio, me-
todi proiettivi e questionari carta e
penna. Ciò che differenzia questi
strumenti, oltre la metodologia, è il
riferimento alla globalità dei vari sé
o, al contrario, ad aree specifiche
del sé, come ad esempio il sé corpo-
reo e il sé studente.
Il Selves Questionnaire (SQ; Hig-
gins et al. 1985) propone al soggetto
di elencare una lista di 10 tratti per
ciascuno dei tre sé. La discrepanza
è, poi, calcolata comparando gli at-
tributi tra le coppie di sé attuale - sé
ideale e sé attuale – sé dovere, indi-
viduando gli attributi sinonimi,
contrari e non corrispondenti. Così,
ad esempio in una persona che si
descrive “stupida” e desidera esse-
re “intelligente”, la coppia di attri-
buti è classificata nei contrari.
Una variante allo SQ consiste nel-
l’aggiungere alle tre liste di aggetti-
vi altrettante liste composte
“imma-
ginando che a farle sia una persona che
la conosce bene”.
Questa variante
dello SQ permette di valutare le di-
screpanze tra i domini del sé inter-
no ed esterno (ad es. sé attuale in-
terno, sé attuale esterno).
Carver et al. (1999) portarono altre
modifiche allo SQ facendo valutare
ciascun attributo delle liste del sé
ideale, sé dovere e sé indesiderato su
una scala a sette punti, lungo la di-
mensione
questo tratto è per me impor-
tante – questo tratto non è per me im-
portante.
Il sé attuale diventa, così,
elemento di comparazione per cia-
scuno dei tratti elencati. Questo mo-
do, peraltro, permette alle persone di
comprendere meglio quali sono i di-
versi sé che li guida, definendo quel-
li per lui importanti. Olgive (1987)
hanno diagnosticato comportamenti
depressivi e di insoddisfazione fa-
cendo uso del differenziale semanti-
co, valutando la distanza tra sé reale
e sé ideale e tra sé reale e sé indesi-
derato usando concetti come
vicino al
mio ideale - lontano dal mio ideale.
Bol-
dero e Francis (2000) hanno chiesto a
degli studenti di valutare la differen-
za esistente tra ciò che sono (come
studenti) e ciò che vorrebbero essere
e ciò che dovrebbero essere (sempre
come studenti). Un altro strumento
messo a punto è il Marker Place-
ment Task (MPT) (Stone e Shiffman,
1994). Consiste nel presentare tre fo-
gli bianchi ciascuno dei quali con un
cerchio del diametro di 2,8 cm posto
in basso a sinistra. I tre cerchi ripor-
tano la dicitura sé ideale, sé dovere e
sé indesiderato. Alla persona viene
chiesto di collocare, in ciascun fo-
glio, un marcatore (sé attuale), del
diametro di un centimetro, dando
l’istruzione di rappresentare la di-
stanza tra il sé attuale e gli altri sé,
dopo le opportune spiegazioni sul
loro significato. Lo strumento, nella
ricerca, si presta per il confronto di
gruppi diversi tra loro.
Infine, un esempio di questionario
carta e penna, è il Body Immage As-
sessment (BIQ) di Cash (2002), che
valuta la soddisfazione – insoddi-
sfazione della propria immagine
corporea, misurando la discrepanza
tra il sé e l’immagine corporea idea-
lizzata, prendendo in considerazio-
ne undici attributi fisici, come il pe-
so, la forza fisica, l’aspetto generale,
i tratti facciali.
LA TEORIA
DEL FOCUS
AUTOREGOLATORE
In anni più recenti Higgins (1997),
ha sviluppato una teoria dell’auto-
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