un bagaglio di competenze matu-
rato nel lavoro di cura e siner-
giche alle competenze richieste
dalla nuova organizzazione del
lavoro;
•
perché in particolare le giovani
donne sono più scolarizzate dei
maschi e il valore aggiunto ri-
chiesto dalla nuova organizza-
zione del lavoro è la conoscenza.
È importante analizzare il patri-
monio femminile di competenze
personali acquisite in contesti infor-
mali in cui la donna si sperimenta
ogni giorno (gestione della casa,
della famiglia, lavoro di cura…), che
non sempre le vengono riconosciute
all’interno di tante attività lavora-
tive.
Tale bagaglio di competenze fa rife-
rimento ad un saper essere orien-
tato all’ascolto, ai rapporti di reci-
procità, alla cooperazione, al senso
di responsabilità, di disponibilità e
di sacrificio; ad un saper fare con ca-
pacità di organizzazione e gestione
delle risorse umane e ad una innata
attitudine alla multiprofessionalità.
Tali qualità e capacità sono alta-
mente spendibili in un mondo del
lavoro che sempre più richiede fles-
sibilità e stili comportamentali inte-
rattivi, improntati alla coopera-
zione e ad una visione globale della
persona nella sua esperienza pro-
fessionale.
Volendo indagare sulle competenze
richieste secondo un’ottica di ge-
nere, è necessario iniziare con
qualche osservazione sul sistema
degli stereotipi che funzionano da
preconoscenze nelle modalità con
cui le organizzazioni valutano
donne e uomini.
Gli stereotipi sono strutture fisse,
che si presume siano condivise
dalla maggioranza e che racchiu-
dono e valorizzano un sistema di
valori e di giudizi a priori (pregiu-
dizi). In base a tale sistema si co-
struiscono i consensi o i divieti vi-
genti in una società e si definisce la
positività o la negatività dei com-
portamenti. Quando si parla di ste-
reotipo di genere, si vuol dire che
la società (e quindi anche l’a-
zienda) attribuisce alle donne e
agli uomini una serie di sentimenti,
atteggiamenti e comportamenti
che dovrebbero definirli come ap-
partenenti a pieno titolo al genere
femminile o al genere maschile.
Passività, dolcezza, espressività,
mansuetudine, attitudine alla cura
sono atteggiamenti legati all’essere
donna; incisività, prontezza, velo-
cità, rapidità di decisione, attitu-
dine alla carriera, forza, aggressi-
vità sono atteggiamenti legati al-
l’essere uomo. Ciò che caratterizza
i due sistemi di stereotipi di genere
è il fatto che, mentre per gli uomini
vi è sovrapposizione tra il tipo di
atteggiamenti che li definiscono in
quanto uomini e la stima sociale in
cui questi stereotipi sono tenuti (un
uomo forte è socialmente apprez-
zato), per le donne avviene il con-
trario (una donna passiva e dipen-
dente è sì una vera donna, ma so-
cialmente non conta niente).
Dunque, il fattore cruciale sta nel-
l’individuare la base di precono-
scenze (pregiudizi) in cui è inserita
la valutazione delle differenze di
orientamenti di donne e uomini.
In molte esercitazioni con donne in
vari corsi di formazione, i plus che
le donne stesse individuano come
fattori che caratterizzano il “modo
di produzione femminile” possono
essere così riassunti:
•
senso pratico,
•
capacità di intuizione immediata,
•
attitudine all’ascolto: capacità di
relazione, negoziazione, media-
zione, flessibilità, attenzione alle
differenze e reperire informa-
zioni,
•
capacità di tenere sotto controllo
molte variabili, di fare molti la-
vori contemporaneamente, capa-
cità di destreggiarsi, capacità di
coordinamento,
•
attenzione all’ambiente di lavoro,
•
attitudine alla sopportazione, pa-
zienza, capacità di adattamento,
attitudine alla programmazione,
previsione, sistematizzazione, or-
ganizzazione del tempo, defini-
zione delle priorità,
•
capacità gestionale,
•
capacità decisionale, anche nel
caso di decisioni fuori schema,
•
determinazione, grinta,
•
senso di responsabilità,
•
mentalità “problem solving”.
Se ci riferiamo ora allo schema
delle competenze trasversali pro-
posto dall’ISFOL come modello di
sintesi delle abilità da possedere o
da acquisire continuamente attra-
verso l’autoapprendimento, vale a
dire:
DIAGNOSTICARE
prestare attenzione
rappresentarsi
interpretare
percepire
decifrare
RELAZIONARSI
riconoscere sé e l’altro
ascoltare
comunicare
cooperare
esprimersi con il
linguaggio adeguato
AFFRONTARE
assumere responsabilità
coinvolgersi
progettare
LE POLITICHE DI GENERE
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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