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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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Ad iscriversi e chiedere informazio-
ni al Centro per l’Impiego giungono
all’improvviso (anni 2008-2009) intere
famiglie, di un’umanità confusa e in-
certa, in cui ogni soggetto ha bisogno
di pianificare non tanto e non solo la
propria posizione, ma quella della fa-
miglia nella sua interezza.
È per questo che al Servizio di Con-
sulenza Orientativa giungono sem-
pre più persone che necessitano di
supporto, quasi sempre indirizzati dai
colleghi che gestiscono il primo collo-
quio di iscrizione.
La domanda orientativa esplicita
è
“trovare un lavoro”, “trovare qualsi-
asi lavoro”, “trovare un lavoretto”
; di
contro, c’è lo sforzo orientativo di tra-
sformare articoli indeterminativi in
determinativi in quello che è stato ed
è un impegno quotidiano complesso.
Ai colloqui di consulenza è stato
sempre più necessario fare una “pu-
lizia di campo” in relazione alle priorità
personali, rispetto a quelle familiari,
discernere bene i bisogni del singolo e
quelle dei familiari e tentare di leggere
le reciproche connessioni, correlazio-
ni, vincoli.
Negli anni è stato sempre più pos-
sibile lavorare su appuntamento, ri-
uscendo a fornire ad ogni utente del
servizio di consulenza uno spazio di
un’ora/due a colloquio e la possibilità,
eventualmente, di ritornare più volte
al Centro per approfondire alcuni temi
e soffermarsi su alcune riflessioni più
complesse.
Come testato in sede di sperimenta-
zioni nazionali (progetti Isfol, Ce.Trans
e S.Or.Prendo) e buone pratiche in ma-
teria di orientamento al lavoro e alle
professioni, la consulenza breve nei
Centri per l’Impiego prevede da uno
a tre colloqui e questo è stato il trend
a cui mi sono adeguato: talvolta limi-
tandomi ad un solo colloquio, talvolta
approfondendo il lavoro consulenziale
anche fino a cinque (in qualche caso, in
particolare con giovani in dispersione
scolastica, donne in re-inserimento,
disabili).
MODELLO ORIENTATIVO
DI RIFERIMENTO PER LA
SCELTA DEL CV
La teoria di riferimento in merito al
colloquio di consulenza orientativa è
sempre stato legato maggiormente al-
la prospettiva educativa e in particola-
re al modello di consulenza ipotizzato
nel 1996, da M. L. Pombeni. Il supporto
orientativo è un aiuto fornito al soggetto,
protagonista della propria vita e delle
proprie decisioni, per acquisire consa-
pevolezza delle competenze necessarie
per operare le proprie scelte scolastiche
e professionali. In tale ottica, il colloquio
di orientamento è visto come uno stru-
mento con funzione sia informativa che
orientativa: da un lato fornisce al sog-
getto le informazioni indispensabili per
una corretta lettura della realtà, dall’altro
costituisce un’opportunità e un’occasio-
ne privilegiata di maturazione, sviluppo
della consapevolezza, valorizzando la
dimensione della progettualità e della
realizzazione della persona.
Le fasi principali del processo di orien-
tamento possono così essere descritte:
l
counseling esplorativo:
ricostruzione
di esperienze formative e lavorative,
analisi delle risorse acquisite e dei
vincoli personali;
l
counseling diagnostico:
rappresen-
tazioni della scuola e del lavoro,
analisi del potenziale individuale;
l
counseling progettuale:
fase della
restituzione del profilo orientativo
da parte del consulente da cui parte
il processo di attivazione personale
del soggetto, di pianificazione di
obiettivi, di descrizione delle prio-
rità orientative e nuove prospettive.
Tali fasi possono essere affrontate con
diversi colloqui o anche all’interno di
uno stesso colloquio (ridimensionando
ovviamente le aspettative). Ho sempre
condiviso l’idea che tutto il processo
orientativo e il colloquio in particolare