INFORMA
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LA REDAZIONE DEL
CURRICULUMVITAE
COME ESEMPIO DI
CONSULENZA BREVE
UN RAPIDO VIAGGIO PER UNIRE
“I PROPRI PUNTI”
Gianluca Vergari
LA NASCITA DEL
SERVIZIO, IL CONTESTO
TERRITORIALE
L’idea di questo articolo è nata dal-
la mia esigenza di metacomunicare sui
dieci anni di attività dedicati al Servizio
di Consulenza Orientativa. La riflessione
sul lavoro svolto aveva l’obiettivo di mi-
gliorare l’efficacia degli interventi con gli
utenti. Inoltre, non potevo ignorare che
negli ultimi anni l’archivio del Servizio
registrava quasi esclusivamente le car-
telle dei curriculum vitae, mentre negli
anni precedenti i faldoni erano pieni di
schede di catalogazione di colloqui con
commenti, restituzioni e la registrazio-
ne dei dati raccolti con strumenti vari
(questionari di interesse, di autoefficacia,
coping, schede di competenze).
Ho cominciato a chiedermi se tale
cambiamento anche nel miomodo di la-
vorare, che aveva come sintesi finale solo
il cv, fosse anche, o prevalentemente,
condizionato dalle richieste degli utenti
nel periodo di passaggio dalla pre-crisi
(fino al 2007-2008, più o meno) alla crisi
attuale.
In questi dieci anni, a partire dal 2002,
durante i quali più di 5000 utenti si so-
no presentati al Servizio di Consulenza
Orientativa, ho incontrato un’umanità
prevalentemente disorientata e poco
consapevole, lavorando ogni giorno con
l’obiettivo di aiutarla a
fare dei sogni e
delle passioni il proprio mestiere
.
Il servizio di “Orientamento Profes-
sionale”, poi trasformatosi negli anni in
“Consulenza Orientativa”, è stato atti-
vato nella sede del Centro Impiego di
Fabriano in Provincia di Ancona dal 2002
e costruito ex novo visto che in questa
sede montana, periferica e lontana dal
polo marittimo di Ancona e Senigallia e
prettamente legata ad una dimensione
di produzione industriale di elettrodome-
stici, storicamente caratterizzata dalla
piena occupazione della sua popolazione,
non eramai nata l’esigenza di supportare
gli utenti per la ricerca del primo lavoro
o di nuovo lavoro o per la ricerca di op-
portunità formative.
Il lavoro era di un solo tipo (prevalen-
temente quello di operaio metalmecca-
nico), ma c’era e le aziende del territorio
garantivano occupazione per Fabriano e
i comuni limitrofi, sin dagli anni ’70. Un
contesto occupazionale in cui il lavoro
(quello “vero”, inteso come l’unico lavoro
pensabile) è quello di fatica, in cui si suda,
in cui si fanno le otto ore, in cui si vede
subito il prodotto finito. Ha portato be-
nessere per tanti anni, ma ha abituato a
pensare al lavoro in un’ottica circoscritta,
e non ha aiutato a creare consapevolezza
sul significato di transizione e cambia-
mento. Tutti sembravano dire:
“Perché