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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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sere supportare nella ricostruzione ac-
curata delle esperienze. Dal non essere
per nulla abituati a pensarsi in un cv, si
passava ad un periodo in cui sembra-
va che tutti dovessero averlo, perchè
senza cv non si poteva trovare lavoro;
tutti lo richiedevano (aziende, agenzie,
centri informagiovani, università, enti
locali) e quindi andava fatto (o meglio,
ancora una volta, si diceva,
“qualcuno ce
lo deve fare”
).
Anni
Totale
Utenti
Curriculum
vitae
%
2002/2003
133
25
18
2003/2004
329
26
7
2005
201
81
40
2006
246
99
40
2007
340
193
56
2008
406
345
84
2009
409
365
89
2010
467
357
76
2011
574
522
91
2012
(fino ad agosto )
360
269
74
Tabella 1: Variazioni
percentuali nelle
richieste di CV, a partire
dal 2002/03
Come mostrato in tabella 1 e nel gra-
fico 1, si passava infatti da una percen-
tuale di cv su colloqui del 18%del 2002 e
addirittura del 7% del 2003 alla percen-
tuale del 74, 7 % nel 2012 (ma computa-
ta solo fino ad agosto 2012, quindi solo
a metà anno) con punte infatti del 89%
(2009) e del 91% (2011), un incremento
esponenziale. Nel 2012 fino ad agosto
al 75% dei soggetti avuti in consulen-
za orientativa è stato redatto il cv e la
scheda personale racchiudeva il solo cv,
magari scritto in vari formati, compilati
a seconda delle opzioni professionali.
Si è cominciato a spiegare le ragio-
ni delle nuove richieste aziendali, de-
terminate anche dal cambiamento del
mondo del lavoro, che richiedeva nuove
competenze e di cui il proprio curriculum
vitae costituiva la dotazione di base. Lo
strumento del cv, faticosamente redatto
con i soggetti, doveva essere il segno che
ognuno di essi, oltre ad essere uno dei
tantissimi anelli della catena di montag-
gio aziendale, avrebbe dovuto essere il
perno della propria storia professionale.
In questa ottica avrebbe dovuto valoriz-
zarla, trasmetterla e in primis
“abitarla”
.
In sostanza si è trattato di passare
dalla presentazione della domanda di
lavoro cartacea alla formulazione del
cv. Il passaggio per far capire agli utenti
che non poteva essere la stessa cosa,
che bisognava selezionare alcuni aspetti
e non altri, che il cv non poteva essere
genericoma personalizzato, che si aveva
bisogno del loro contributo attivo e della
loromemoria storica, è stato un compito
che ha impegnatomolto il servizio. Ciò ha
permesso l’inizio di una minima presa di
coscienza nella comunità che qualcosa,
anche a Fabriano, stava cambiando e
che nessuno
“faceva più le cose per gli
altri”
, ma ognuno doveva occuparsi della
ricerca del lavoro; la differenza l’avreb-
bero fatta l’attivazione, l’impegno e la
consapevolezza personale. Inoltre, redi-
gere dei cv avrebbe voluto dire farli poi
girare tra le aziende e non soltanto una
volta, come le domande di lavoro. Tutto
ciò richiedeva di lavorare con gli utenti
per un passaggio da un
locus of control