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SPAZIO APERTO
dell’andamento (costanza, partecipa-
zione, apprendimento, comportamento,
profitto) così come avviene con tutti gli
studenti; che siano individuati, in cia-
scuna scuola i referenti per tutto ciò che
riguarda il cammino dei singoli ragaz-
zi dei quali questo progetto si occupa;
che sia condivisa, e non più delegata al
solo Servizio sociale, l’individuazione dei
ragazzi da coinvolgere; che siano previ-
ste, in particolare per i tratti di strada
successivi alla licenza media, interazioni
tra tutti gli studenti, quelli delle scuole e
quelli di “Non uno di meno”.
La sottoscrizione di un protocollo d’in-
tesa con le scuole e con l’Ufficio scola-
stico provinciale non è più rinviabile ed
è, anzi, urgente: per meglio definire quali
responsabilità stiano in capo a quali isti-
tuzioni e in quale forma la collaborazione,
spesso ottima, troverà stabilità e l’utilizzo
delle risorse umane, economiche,sarà
improntato al criterio ecologico che proi-
bisce lo spreco.
L’orizzonte assiologico, per le azioni di
“Non uno di meno”, per le riflessioni che
ne sono venute, per gli atti formali che
verranno, lo ripeto, è quello definito nella
nostra Costituzione. A questo proposi-
to mi piace ricordare poche righe dello
scrittore Carlo Levi, dall’
incipit
del suo
libro
Cristo si è fermato a Eboli
. Scriveva,
ripensando ai contadini di Lucania tra i
quali era stato mandato in esilio dal re-
gime fascista:
“mi è grato riandare con la
memoria a quell’altro mondo, serrato nel
dolore e negli usi, negato alla Storia e allo
Stato, eternamente paziente”
.
3
In effetti, se ciascuno, ragazzo o adulto,
si sente un po’ costruttore della “realtà”
che abita, se può essere, per dirla con
Carlo Levi,
Storia e Stato
, com’è garan-
tito dalla nostra Costituzione, la scuola
(quella dei dirigenti scolastici, quella dei
volontari di San Martino al Campo? E i
nostri educatori? E gli educatori del Ser-
vizio di sostegno socio-educativo? Ha il
compito di insegnarci a produrre “realtà”;
così, come scrisse Paul Watzlawick nell’
E-
pilogo
di un volumetto collettaneo
4
, con-
tribuiremo a formare cittadini tolleranti,
la
mia
realtà al cospetto delle “realtà”
degli altri, responsabili eticamente delle
proprie azioni e scelte che modellano il
mondo, liberi di scegliere consapevol-
mente tra “realtà” costruibili diverse, tra
le quali vi sia, possibilità di opzione. Ed
è di certo un buon risultato già il solo
poterci pensare assieme.
Paolo Taverna
5
Coordinatore di servizi educativi
Unità minori
Comune di Trieste
Liviana Zanchettin
6
Pedagogista e psicologa
Responsabile del progetto per la
Comunità di San Martino al Campo
Elena Paviotti
7
Psicologa
Centro risorse per l’istruzione e
l’orientamento
Servizio istruzione, università e
ricerca Regione FVG