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ORIENTAMENTO
Un massiccio fattore di sbilancia-
mento, presente in ogni essere uma-
no, nato ed educato nella società occi-
dentale, è la preminenza formale data
ai contenuti e alle funzioni del centro
intellettuale. A partire da una certa
età in poi, tutti i sistemi educativi oc-
cidentali sono basati esclusivamente
sul tentativo, sempre più difficile da
portare a compimento, di trasmettere
allamaggior parte dei soggetti di ogni
generazione il maggior numero possi-
bile di contenuti disciplinari (afferenti
a due sole forme di intelligenza: logico
numerica e logico verbale) e le abilità
cognitive necessarie amanipolare per
via simbolica e astratta tali conoscen-
ze. Per sintetizzare questo punto ci
rimettiamo alla metafora proposta
dal pedagogista sir Ken Robinson,
nel video citato in bibliografia “... l
a
scuola occidentale è impostata come
se gli tutti studenti dovessero diventare
dei docenti universitari, con il corpo che
serve solo da mezzo di trasporto per
l’enorme testa, da un congresso all’al-
tro”
. Il valore dell’intelligenza pratica
è quasi del tutto dissolto (relegato il
più delle volte in attività laboratoriali
accessorie rispetto alle materie teori-
che), così come quello della creatività
e di tutte le altre forme di intelligenza
e di espressione basate più sui sensi,
sulla percezione e sull’organizzazione
dello spazio fisico, sul movimento,
sull’interazione con gli altri e così via.
Tutte aree di possibili sviluppi dell’in-
telligenza umana, (tra l’altro molto
rilevanti nelle società della conoscen-
za integrata), ormai abbandonate
dall’educazione ufficiale e lasciate in
appannaggio quasi esclusivo ad un
mercato del tempo libero, che ha più
interesse a creare emantenere bisogni
condizionati, che a sviluppare l’auto-
nomia e le potenzialità della persona.
Un’altra criticità riguarda lo sviluppo
anomalo, atrofico/ipertrofico o con-
fuso delle emozioni, vissute come un
mondo a sé indipendente dal pensiero
e dall’azione. Già Aristotele sosteneva
che
“educare la mente senza educare
il cuore non è affatto educare…
“, ma
siamo dovuti arrivare all’inizio degli
anni ’90, perché la psicologiamoderna
proponesse un modello che integra
fattori emotivi e fattori cognitivi nel
costrutto ormai noto come “intelligen-
za emotiva” (P. Salovey e J. D. Mayer,
1990), (Greenspan, 1997). Le emozioni
ed i sentimenti vanno in primo luogo
vissuti, sentiti e interagiti con gli altri
Senza titolo, 1964 (R.T.)
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