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ORIENTAMENTO
portamenti indotti, includendoli nella
comprensione di sé per poi abbando-
narli se non corrispondono a bisogni
essenziali e non portano apertura e
benessere psicofisico. Per aprirsi al
nuovo, per essere disponibili al cam-
biamento e alla creatività é importan-
te fare spazio dentro di sé, abban-
donando contenuti e attaccamenti
obsoleti e inutili. Il superamento delle
esperienze e dei condizionamenti
pregressi, piacevoli o dolorosi che
siano, è un aspetto problematico da
affrontare in quanto, generalmente,
le persone sono molto identificate
con tutte le parti di sé, anche quelle
meno autentiche; per approfondire
questo aspetto abbiamo bisogno di
introdurre il concetto di consapevo-
lezza di sé e le condizioni necessarie
affinché si manifesti.
SVILUPPARE
CONSAPEVOLEZZA E
AUTODETERMINAZIONE
Nella letteratura sull’orientamento
e nelle finalità di quasi tutti gli inter-
venti operativi dei Servizi troviamo
ormai il costante richiamo alla consa-
pevolezza, all’autonomia, alla respon-
sabilità nello scegliere percorsi di vita
e filiere formative. Per entrare nel me-
rito, a titolo esemplificativo, pren-
diamo a prestito dall’approccio della
psicologia della Gestalt, la definizione
di consapevolezza come movimento
interiore di meta-conoscenza su per-
cezioni, sentimenti, pensieri ed azioni
nel presente e in un preciso contesto;
movimento che, tramite la differenza
e il contrasto percettivo, permette
la comprensione unitaria del parti-
colare e dell’insieme e la possibilità
di scelta (Frisone 2008).
In realtà, il
pensiero occidentale moderno, psi-
cologia compresa, fino a pochi anni
fa si occupava della consapevolezza
solo in termini di
diminutio
, cioè di
riduzione o mancanza, rispetto ad
un attributo, considerato come nor-
malmente presente nell’uomo. Libero
arbitrio, responsabilità individuale,
punibilità e controllo sociale sono
tutti anelli essenziali della medesima
catena filosofica, che ha portato a
sancire e intervenire in molti campi
(giuridico, educativo, terapeutico,
religioso, ecc), sull’assenza/carenza
di consapevolezza, piuttosto che sul-
le possibilità di svilupparla, per così
dire, dalla norma in sù. Oggi, questo
approccio riduttivo è ormai superato;
di consapevolezza si discute in molti
ambiti e non solo per le implicazioni
individuali, ma anche per quelle col-
lettive sull’etica e sulle possibilità di
sopravvivenza della civiltà occidenta-
le stessa. Limitandoci, in questa sede,
all’individuo e lasciando ai filosofi e
ai neuroscienziati le discussioni teo-
riche sull’esistenza e/o sulla natura di
coscienza, consapevolezza e libero
arbitrio nell’uomo; noi ipotizziamo la
possibilità di posizioni intermedie, in
Senza titolo (R.T.)
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