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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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emozionali sono più brevi e veloci
di quelli che producono il pensiero
consapevole e la comunicazione ver-
bale. Si è già fatto cenno a quanto
siamo impacciati quando cerchiamo
di controllare consapevolmente mo-
vimenti già acquisiti, come andare in
bicicletta o scendere di corsa le scale,
oppure quando con gli strumenti del
pensiero vogliamo inseguire e coglie-
re percezioni ed emozioni articolate,
perdendo le sfumature, i dettagli e la
visione d’insieme. Infatti, è solo grazie
al collegamento con il centro emo-
tivo che il centro intellettuale viene
messo in grado di attivare l’intuizione,
la creatività e la capacità di capire i
cambiamenti di scenario e di adattarsi
rapidamente alle situazioni nuove.
Anche i processi decisionali, che a pri-
ma vista sembrerebbero aver bisogno
prioritariamente del ragionamento
e della razionalità, possono avvenire
solo con il contributo fondamentale
delle emozioni. Il centro intellettuale
da solo non riesce ad attribuire im-
portanza e valore soggettivo alle al-
ternative e tenere conto rapidamente
e globalmente del contesto e delle
diverse variabili in gioco, specie se
si tratta di fattori sociali e relazioni
interpersonali: sono le emozioni che
colorano gli
oggetti
e indirizzano le
scelte.
Rimane comunque il fatto che l’in-
terpretazione e il senso della realtà,
anche se a posteriori, spetta al centro
intellettuale, che funge da forte me-
diatore tra la realtà e la sua percezione
attraverso i sensi e le emozioni: Real-
tà che, non va mai dimenticato, è in
ogni caso diversa e più complessa di
quanto la percezione ed il pensiero
riescano a registrare. Per concludere
questo punto, sono necessarie ancora
alcune osservazioni di base su alcune
disfunzioni del centro intellettuale
molto comuni nell’uomo contempo-
raneo (e purtroppo limitanti rispetto
all’efficacia e all’applicabilità dei mo-
delli derivanti dal nuovo paradigma
del
Life disign
). La prima consiste in
una costante verbalizzazione inte-
riore, meccanica e inconsapevole, di
pensieri e dialoghi ripetitivi connotati
emotivamente. La seconda riguarda
un sovradimensionamento della fun-
zione di filtro alle percezione e alle
emozioni per proteggere l’immagine
di sé e dare un’apparente coerenza al
sistema, mantenendo in vita sogni,
fantasticherie, preoccupazioni, desi-
deri di tutti i tipi. Questi meccanismi
consumano inutilmente grandi quan-
tità di energia togliendola ai processi
percettivi e attentivi, all’osservazione
dei fatti concreti, all’analisi di realtà e
ai collegamenti cognitivi, impedendo
di fatto l’attivazione delle funzioni
intellettive ed emozionali integrate di
qualità superiore, quali la creatività,
l’intuizione, il pensiero etico e la con-
sapevolezza di sé. Un ultimo punto
riguarda il valore e l’insostituibilità del
centro intellettuale per un’educazione
corretta che sostenga il cambiamento
e sviluppi tutte le potenzialità della
persona. Il pensiero, il linguaggio, la
capacità di osservazione, la possibilità
di cambiare le idee e le immagini di sé
e del mondo, la capacità di narrazione
unita all’intenzionalità sono strumenti
eccezionali, messi a disposizione dal
centro intellettuale, che possiamo
utilizzare per lo sviluppo e la realiz-
zazione di sé.
La crescita reale però richiede, oltre
al corretto funzionamento di tutte
e tre le aree funzionali qui descritte.
Anche il loro contemporaneo coinvol-
gimento in tutti i processi mentali e
comportamentali.
INTEGRAZIONE E
CONSAPEVOLEZZA
A questo punto del nostro discor-
so la questione dell’integrazione è
diventata centrale, ma ormai sia per
la multidimensionalità delle proble-
matiche, sia per la complessità e la
parcellizzazione delle conoscenze, la
sintesi non può che essere il risultato,
sempre provvisorio e approssimato,
di un processo che coinvolga attiva-