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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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va o professionale, la propria visio-
ne del mondo, anche quando altro
non sono che introiezioni acritiche
di modelli esterni o addirittura obli-
qui influenzamenti provenienti da
mass media e da artificiosi gruppi
sociali di riferimento. A tale propo-
sito possiamo citare Hillman (2009)
che riferendosi alla psicoterapia (ma
può valere anche per l’orientamento)
sostiene che “
..piuttosto che curare
sintomi prodotti da una società ma-
lata, meglio sarebbe aiutare le per-
sone a conoscersi e a liberarsi di quei
condizionamenti, idee, valori e visioni
del mondo che sono la causa reale di
molte delle loro forme di disagio e di
sofferenza
”.
Intervenire su atteggiamenti e
visioni del mondo assodate non è
tuttavia un campo nuovo per l’o-
rientatore,
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ma oggi questo aspetto
rappresenta uno snodo strutturale e
una sfida non da poco per lo stessa
ragione d’essere di un’azione orien-
tativa efficace.
Smascherare processi di scelta ba-
sati su pregiudizi, stereotipi o rappre-
sentazioni condizionate e condizio-
nanti può mettere in crisi oggi, ma
può aiutare a trovare delle soluzioni
migliori domani. Non si tratta però
di sostituirsi alla persona, giovane o
adulto che sia, per suggerire dall’alto
della propria “expertise”, atteggia-
menti, valori o aspirazioni alterna-
tive a quelle portate dalla persona
stessa, ma di metterla effettivamente
in grado di scegliere la proprio dire-
zione, il che vuol dire aiutarla, come
primo passo, ad andare oltre i propri
condizionamenti, a vedere l’origine
dei propri schemi mentali, a sentire
la natura delle emozioni e dei com-
Piazza Duomo - Udine,
Anni ’70 (R.T.)
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