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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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punto per facilitare il raggiungimento
intenzionale di tale stato.
8
Per lo scopo precipuo dell’azione
orientativa di individuare percorsi che
aiutino le persone a
divenire artefici
delle propria esistenza
anche in queste
epoca fluida e piena di incertezza, ci
auguriamo che nei contesti educa-
tivi e consulenziali possano essere
introdotte metodologie e tecniche
che incoraggino le persone a intra-
prendere la via delle consapevolezza,
non solo come mezzo per migliorare
l’una o l’altra area della propria vita,
ma anche come obiettivo di sviluppo
in sé.
CONCLUSIONI
In questo articolo, partendo dal-
la constatazione che la turbolenza,
l’incertezza e il cambiamento socia-
le negli ambiti della formazione e
del lavoro creano oggi condizioni
nuove e difficili per la realizzazione
personale e professionale, abbiamo
cercato di esplorare i presupposti ed
i principi che potrebbero comunque
consentire agli individui di recupe-
rare spazi di autodeterminazione e
di sviluppo.
In particolare, abbiamo visto il nuo-
vo paradigma del
life design
come un
modello psicologico idoneo a soste-
nere le persone nel costante proces-
so di costruzione/ricostruzione della
propria identità, ma abbiamo anche
sostenuto che le medesime, nelle
loro scelte e modi di vita, debbano
recuperare una migliore integrazione
tra corpo, mente ed emozioni, per
poter sviluppare al massimo grado
potenzialità ed energie. Infine, ab-
biamo ipotizzato che la complessità
di tale opera di regia interiore possa
aver luogo solo se gli individui, oltre
alle competenze orientative di ba-
se, già ben descritte dalla psicologia
dell’orientamento, sviluppano anche
la capacità e l’intenzione di vivere da
protagonisti e non da semplici com-
parse, con presenza e consapevolez-
za, la propria esistenza, qualsiasi essa
sia. (Tronconi, 2003)
Naturalmente alcuni dei principi qui
esposti richiedono ancora di essere
tradotti in nuovi paradigmi operativi,
non per sostituire, ma per arricchire
le pratiche orientative già in essere.
Ariella Gliozzo
picologa, psicoterapeuta
già responsabile dell’area
per lo sviluppo dei servizi
per l’impiego presso l’ARL-FVG
Trieste
Piero Vattovani
psicologo, già responsabile dei
servizi per l’orientamento
della Regione FVG
Trieste
NOTE
1
Questo articolo sviluppa in un’ottica
di complementarità un precedente
contributo, scritto dai medesimi
autori e pubblicato sul n. 38 di questa
rivista con il titolo “
Problematiche di
governance per i servizi di orientamento
- sfide e complessità per l’orientamento
del XXI secolo
”, all’interno del quale si
era proposto come tema essenziale
e idea portante di un nuovo discorso
sull’orientamento il processo di
integrazione, visto nella sua essenza
dinamica e trasformativa, ai tre livelli
fondamentali che attengono ai
processi orientativi: 1) interna al sé,
2) intermedia tra il sé ed il mondo,
3) esterna, attinente in particolare
al sistema dei servizi. Nell’articolo
sopra citato era stato ampiamente
sviluppata la riflessione sul terzo
livello dell’integrazione, cioè quello
specifico dei servizi di orientamento,
ed era stata rimandata ad un ulteriore
approfondimento l’esplorazione delle
dinamiche attinenti all’integrazione
peculiare nei singoli individui,
che affronteremo in questa sede.
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