SPAZIO APERTO
IL CONCETTO
BIOMEDICO DI MALATTIA
E LA DIPENDENZA
COME MALATTIA DEL
CERVELLO
Stefano Canali
LA DIPENDENZA
COME MALATTIA DEL
CERVELLO
Il concetto biomedico della dipen-
denza come malattia del cervello è
diventato il riferimento prevalente
nel dibattito teorico e nella ricerca
sulle cause e sulle strategie di inter-
vento sull’abuso di sostanze psico-
attive. I modelli di spiegazione con
cui si tenta di dar conto dei processi
eziologici e delle traiettorie fisiopa-
tologiche alla base delle dipenden-
ze sono ormai assai numerosi. Ad
oggi però nessuna ipotesi sembra
esente da aspetti controversi e il
consenso della comunità di ricerca
sulla reale natura delle dinamiche
causali è ancora assai lontano. Tut-
tavia le diverse ipotesi esplicative
sono accomunate dall’idea che la
dipendenza costituisca una malat-
tia cronica ad andamento recidi-
vante (McLellan, 2000) e più preci-
samente una patologia del cervello
(Wise, 2000).
Secondo questa idea l’uso pro-
lungato di una sostanza determina
precise trasformazioni nelle struttu-
re e nelle funzioni cerebrali le quali
trasformano l’uso volontario nella
ricerca compulsiva della sostanza
(Leshner, 1997). Il segno cardinale
di questa malattia sarebbe dunque
la perdita del controllo.
La dopamina, il neurotrasmet-
titore del sistema di ricompensa
cerebrale, sarebbe uno dei perni
neurofarmacologici di questo pro-
cesso. La dopamina viene rilasciata
nel sistema di ricompensa cere-
brale in occorrenza di uno stimolo
importante ai fini dell’adattamen-
to (cibo, sesso, protezione, ecc.) e
perciò associato alla gratificazione,
alla sensazione di piacere. Il rilascio
di dopamina promuove anche quei
processi di neuroplasticità attraver-
so cui si costruiscono i circuiti fun-
zionali o disfunzionali nel cervello
che interconnettono percezioni,
comportamenti e ricompense. A
livello molecolare, quindi, la dopa-
mina sarebbe una sorta di induttore
dei fenomeni molecolari alla base
dell’apprendimento di associazioni
tra stimoli ambientali, comporta-
menti e gratificazioni. Per queste ra-
gioni, una volta promosso un parti-
colare apprendimento, la dopamina
funziona come segnale predittivo di
ricompense e finisce così per mo-
dellare i comportamenti dell’indivi-
duo.
Una delle evidenze cruciali alla
base dell’approccio neurobiologico
verso le dipendenze è il fatto che
tutte le sostanze d’abuso innesca-
no il rilascio di dopamina verso il
nucleo accumbens, una struttura
cerebrale profonda del complesso
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