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SPAZIO APERTO
comunque all’ambiente, alla società
e alla dimensione dei valori, finisce
in ogni caso per attraversare pro-
prio quei piani che voleva escludere
in quanto scarsamente suscettibili
dai concetti e dagli strumenti di in-
dagine delle scienze naturali.
LA DIPENDENZA
COME DISORDINE
COGNITIVO
Nell’analisi che abbiamo sino-
ra qui condotto, peraltro, è stato
chiamata in causa in maniera più o
meno diretta l’idea della dipenden-
za come disturbo del controllo co-
gnitivo del comportamento e cioè
come malattia dell’apprendimento.
Ma che senso ha definire la dipen-
denza come disturbo di apprendi-
mento?
Vediamo innanzitutto cosa signifi-
ca apprendimento. L’apprendimen-
to è il processo di acquisizione di
nuove informazioni, conoscenze e
comportamenti ovvero la trasfor-
mazione e l’aggiustamento di loro
eventuali forme precedenti. L’ap-
prendimento dipende dall’espe-
rienza di un individuo e dal suo rap-
porto con l’ambiente. Da un genu-
ino punto di vista biologico si può
anzi dire che l’apprendimento è la
forma più plastica ed efficiente di
adattamento all’ambiente. Allo stes-
so tempo, tuttavia, la straordinaria
capacità umana di assimilare l’am-
biente e di modificarsi in funzione
di esso apre un fronte di vulnerabi-
lità sconosciuto agli organismi più
semplici. Assimilare l’ambiente si-
gnifica anche recepire e fare proprie
le componenti patogene dell’am-
biente stesso, accomodarsi ad esse
per realizzare una qualche forma
di adattamento relativo. Il carattere
patologico di certi apprendimenti,
in particolare di quelli alla base de-
gli stili di comportamento, riflette
così la natura patologica degli am-
bienti in cui si realizzano, con con-
dizionamenti, per abituazione, per
associazioni, in virtù di ricompense
e punizioni. Il controllo cognitivo
del comportamento dipende dagli
apprendimenti, dalla stratificazione
delle esperienze, dalla somma alge-
brica delle ricompense (piacere) e
delle punizioni ottenute nel corso
dello sviluppo e lungo tutto l’arco
della vita. Ed è in particolar modo
il piacere che promuove l’appren-
dimento, plasma i comportamenti
di un individuo e di conseguenza
il suo modo di controllare cogniti-
vamente e volontariamente le sue
azioni. Il sistema di ricompensa nel
cervello è un formidabile strumento
per promuovere gli apprendimen-
ti, dato che dà innesco alla cascata
di processi molecolari che fissano
le associazioni senso-motorie ri-
sultate utili a ottenere il piacere, a
soddisfare motivazioni biologiche:
fame, sete, sesso, sicurezza, ecc.
Nell’uomo la complessità dei siste-
mi della ricompensa, tra fisiologia e
dimensione cognitiva, tra biologia
e cultura, moltiplica le possibilità di
ottenere ricompense. Questa com-
plessità tuttavia aumenta i rischi di
sviluppare una forma di dipenden-
za verso una gratificazione. È an-
che per questo che ogni risorsa di
ricompense e piacere, materiali o
sine materia
, è potenzialmente ad-
ditiva, come nel caso delle sostanze
psicoattive, ma anche del cibo, di un
legame affettivo.
La dipendenza come patologia
del controllo cognitivo, come com-
pulsione appresa, rimanda fonda-
mentalmente all’idea che in questo
caso ciò che affligge l’individuo sia
soprattutto una restrizione alla li-
bertà del suo volere e del suo com-
portamento e che tutto ciò dipenda
dal suo cervello e dalla sostanza. Ma
ogni forma di apprendimento limita
per certi versi la libertà umana, dato
che seleziona il repertorio di rispo-
ste più funzionali ed efficaci rispetto
a un certo ambiente e a dati stimoli.
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