QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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ricerca a livello popolazionale delle
correlazioni tra fattori ambientali,
comportamenti e patologie, al fine
di fornire indicazioni sui modi per
ridurre i rischi di ammalarsi e pro-
muovere la salute e la prevenzione
delle malattie. Questo approccio è
in grado di far luce sui fattori sociali
della malattia, sulle variabili econo-
miche, comportamentali e politiche
che condizionano la salute a livello
individuale e della popolazione;
quei piani e quelle dinamiche fon-
damentali per le condizioni patolo-
giche che il concetto biomedico di
malattia non arriva a categorizzare.
Dal punto di vista concettua-
le, inoltre sembra assai discutibile
l’idea di dipendenza come patolo-
gia dell’apprendimento in quanto
entità/processo obiettivabile, natu-
rale, ed espressione di una qualche
forma di lesione funzionale e loca-
lizzabile nel cervello. Un apprendi-
mento è un tipo di associazione tra
ambiente, stimoli interni ed esterni,
motivazioni, comportamenti, premi
e punizioni. Un apprendimento è il
risultato della computazione biolo-
gica di stimoli, azioni sull’ambiente
ed effetti retroattivi di queste azioni
sull’individuo. Per questo la norma-
lità o la patologia di un apprendi-
mento non possono mai essere sta-
bilite solo sulla base di osservazioni
empiriche, a partire da elementi
oggettivi. Se un comportamento
sia sano o malato dipende sempre
da criteri normativi e relativi all’am-
biente e alla cultura in cui si realiz-
za. Svilupperemo meglio in seguito
queste argomentazioni. Analizzia-
mo adesso il concetto biomedico di
malattia come disfunzione organica
in un individuo.
IL CONCETTO
BIOMEDICO DI MALATTIA
Oggi così ovvio, il concetto bio-
medico di malattia è in realtà un
prodotto storico piuttosto recen-
te, una nozione che emerge nella
seconda metà dell’Ottocento con
la definizione della medicina spe-
rimentale. L’ideale della medicina
sperimentale è informato dal mo-
dello ezio-fisiopatologico in cui la
malattia è vista come deviazione da
una norma funzionale, fisiologica e
il cui obiettivo è l’accertamento del-
la cause immediate o prossime del
fatto patologico in un individuo al
fine di realizzare una terapia causale
e razionale.
In questo senso, il modello ezio-
fisiopatologico di malattia riassume
la dottrina causale, l’ideale terapeu-
tico forte della medicina scientifica,
i tratti più vistosi e che hanno finito
per caratterizzare prioritariamen-
te la medicina
tout court
, rispetto
alla prospettiva e ai modi di ope-
rare degli approcci epidemiologici,
dell’igiene e della sanità.
Particolarmente attraente per le
teorizzazioni scientifiche dell’abuso
di sostanze psicoattive è il fatto che
il concetto biomedico di dipenden-
za come malattia descrive l’identità
di questa condizione dal modo in
cui è fatto e funziona l’organismo.
Esso sembra permettere così di su-
perare definitivamente la dimen-
sione normativa, morale, che ha da
sempre inquinato la comprensione
dell’abuso di sostanze e l’intervento
sulle dipendenze. Allo stesso tempo
il modello biomedico di dipenden-
za come disfunzione del cervello
sembra escludere i fattori sogget-
tivi e ogni altri tipo di variabile psi-
cologica e storico-sociale impervia
alla comprensione causale, ogget-
tiva e quantitativa tipica del meto-
do delle scienze naturali. Tuttavia,
una descrizione della malattia sulla
base dell’idea di funzione ovvero di
malfunzionamento può essere re-
almente oggettiva e indipendente
da fattori normativi e psicosociali
soltanto se il concetto di funzione
normale è esso stesso oggettivo e
privo di riferimenti valoriali.
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