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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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mica, in quanto ciascun elemento
della rete è a sua volta un insieme
complesso, che può essere visto
come istituzione, organizzazione,
insieme di figure professionali, di
competenze e nucleo di operatori
concreti, presenti pro-tempore.
La relazione tra gli elementi della
rete si struttura con legami formali,
ma “deboli” e non gerarchici, basati
su accordi paritetici, frutto del rico-
noscimento di obiettivi condivisi e
della negoziazione sugli apporti di
ciascuno e sulle modalità operati-
ve. L’adesione alla rete richiede agli
operatori il passaggio da relazioni
di tipo duale, o eventualmente di
équipe all’interno dei singoli servizi,
ad un approccio tra équipe di diver-
si servizi.
Da questi elementi appare chiaro
che la rete tra servizi è una forma
organizzativa dotata di una certa
complessità e che la sua attivazione
richiede un “progetto”, una serie co-
ordinata di azioni da realizzarsi con il
coinvolgimento dei principali attori.
LA PROGETTAZIONE
PARTECIPATA
Il “progetto” è divenuto una mo-
dalità d’intervento molto comune,
sia in ambito privato, sia pubblico,
giungendo ad interessare anche
l’area dei servizi alla persona, anche
se non sempre è utilizzato in situa-
zioni e con modalità appropriate.
1
In ambito sociale, il progetto è tut-
tora visto con una certa diffidenza,
probabilmente perché fare progetti
nel sociale è difficile per la presenza
di una componente valoriale molto
forte, per la complessità delle situa-
zioni affrontate, per il coinvolgimen-
to di molteplici professionalità, per
l’importanza delle relazioni tra i di-
versi attori e dell’ultimo anello nella
qualità dei servizi alla persona.
2
Il progetto risulta particolarmen-
te adatto quando vi è la necessità
di introdurre un’innovazione, ossia
attivare un nuovo servizio o modi-
ficare radicalmente le modalità con
Alessandro Paderni,
Parigi 1983
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