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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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incuriosito e motivato altre inse-
gnanti della scuola secondaria di
primo grado che hanno utilizzato,
successivamente, la metodologia
messa a punto in questo percorso.
IL PERCORSO DESCRITTO
DALLE INSEGNANTI
LA METODOLOGIA
A partire dalle motivazioni sopra
esposte e sulla base della nostra
esperienza di insegnanti nella scuo-
la primaria di Rivignano, è emersa
l’esigenza di condividere con le fa-
miglie un percorso formativo che
veda i genitori partecipi delle scel-
te educative proposte dalla scuola.
Questa nostra esperienza ha trova-
to sostegno nel progetto d’Istituto,
riferito al Bando Regionale per “In-
terventi finalizzati a contrastare e ri-
convertire la dispersione scolastica”.
Per sviluppare forme di collabora-
zione utili a favorire la crescita e lo
sviluppo dei bambini e prevenire
difficoltà e problemi nel rapporto
docenti-genitori, abbiamo ritenu-
to indispensabile attivare incontri
strutturati scuola-famiglia.
Abbiamo cercato di perseguire in-
sieme ai genitori coinvolti i seguenti
obiettivi:
costruire un clima di fiducia reci-
proca e stabilire un dialogo pro-
positivo con i genitori;
favorire il riconoscimento dei ri-
spettivi ruoli (scuola-famiglia);
sviluppare significati educativi
condivisi;
confrontarsi per individuare so-
luzioni costruttive ai problemi
educativi, che caratterizzano lo
sviluppo evolutivo dei bambini.
Il percoso iniziato con le classi pri-
me nell’a.s. 2005-06 è proseguito
sino alla classe quinta a.s. 2009-10,
per un intero ciclo scolastico; con-
siderando la positività dei risultati
ottenuti il percorso è stato ripreso
con un nuovo ciclo scolastico sem-
pre a partire dalle classi prime (a.s.
2010-11). L’esperienza, che è venuta
consolidandosi in questi anni, si è
estesa coinvolgendo altre due classi
della nostra scuola.
Il percorso con i genitori si è svi-
luppato sulla base di una puntuale
programmazione degli incontri, con
il supporto della psicologa.
Ad ogni incontro di programma-
zione è stata fatta un’attenta analisi
della situazione dei gruppi-classe,
evidenziando quello che di signifi-
cativo stava emergendo, sia come
difficoltà sia come elemento di posi-
tività, con lo sguardo attentamente
rivolto a quello che di riflesso i geni-
tori stavano vivendo. Riflettere sulla
situazione porta ad acquisire un ha-
bitus mentale, che insegna a legge-
re quel che succede in classe e negli
incontri con i genitori, a “ripensare”
agli accaduti, a darsi tempo per in-
dividuare azioni d’intervento più ri-
spondenti ai bisogni rilevati.
A questo primo momento d’ana-
lisi, seguiva l’individuazione dei
contenuti, sui quali far lavorare e far
riflettere i genitori, la stesura della
struttura dell’incontro definendo
le diverse fasi e, per ogni fase, gli
elementi del setting. L’attività svol-
ta con i genitori può essere riletta,
come già detto, secondo il modello
elaborato da W. R. Bion in merito
alla definizione di “gruppo di lavoro”
e di “setting”.
La convocazione alle riunioni è
stata curata dal punto di vista della
comunicazione scritta con l’utilizzo
di un registro non burocratico–for-
male; in essa veniva indicato l’ora-
rio di inizio e di conclusione della
riunione e il luogo dell’incontro, si
richiedeva di compilare una scheda
di adesione da far pervenire alle in-
segnanti in un tempo stabilito.
Lo scopo della comunicazione è
quella di avvicinare i genitori, su-
scitare interesse per l’iniziativa e, da
subito, coinvolgerli attivamente.
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