ORIENTAMENTO E SCUOLA
COSTRUIRE LA
PROFESSIONE DI
ORIENTATORE
DENTRO LA CRISI DI CRESCITA
DELL’ORIENTAMENTO
Federico Batini
ella riflessione
sull’orientamento
si è arrivati ad
un accordo sulla
necessità di
personalizzazione
e di valorizzazione
dell’empowerment.
Risulta, quindi,
fondamentale
aumentare
l’attenzione e la
qualità dell’offerta
formativa rivolta
ai professionisti
dell’orientamento
N
TRA AVANZAMENTI E
RETROCESSIONI
L’orientamento è oggi in piena
crisi di crescita
e, come tutte le crisi,
questa produce una rilevante con-
fusione, anche se, probabilmente,
l’esito finale sarà quello di una ride-
finizione dell’identità dell’orienta-
mento stesso in una direzione più
coerente con i tempi che stiamo
vivendo: “
quello che manca al siste-
ma di orientamento nazionale, con-
notandosi così come un sistema dagli
obiettivi poco chiari e dai contorni
sfumati, è una chiara e condivisa pro-
duzione normativo-legislativa. E ne-
cessario quindi che pratiche e servizi
siano ancorati a solidi e stabili model-
li di riferimento, ad obiettivi espliciti
e condivisi, ad una attenta e perma-
nente lettura ed analisi della doman-
da, a strumenti validi e attendibili, a
modelli di competenze e professiona-
lità degli operatori chiaramente defi-
niti, a strutture ed attrezzature como-
de ed agevoli
” (Grimaldi, 2005).
Mentre questo processo di cam-
biamento sta giungendo a matura-
zione, infatti, si possono evidenziare
ancora delle rilevanti contraddizio-
ni. Per esempio mentre, finalmente,
nella riflessione sull’orientamento
pare si sia arrivati ad un accordo
sulle necessità di personalizzazio-
ne e sulla valenza di empowerment
dell’orientamento medesimo, as-
sistiamo ancora alla produzione
di strumenti ancorati a concezioni
ormai superate dello stesso, vedia-
mo pratiche legate ancora a teorie
inscritte in modelli di società oggi
inapplicabili alla società globale
delle complessità, della velocità. In
una società il cui volto viene tra-
sformato da queste modificazioni
che producono, sempre più spes-
so, anche ostacoli alle vite indivi-
duali (il cambiamento, si ricordi, è
possibile fonte anche di gioia, ma
è sempre un trauma, che necessita
di un transito fuori dal “se stessi” di
prima, e provoca sempre delle “resi-
stenze”), che producono difficoltà a
determinare e mettere in campo li-
velli di decisionalità, di stabilità e di
sicurezza capaci di consentire l’eser-
cizio di una progettualità formativa,
professionale, esistenziale, occorre
volgere lo sguardo, con decisione
verso le nuove necessità e i nuovi
bisogni orientativi.
1
In momenti di crisi come questi,
sinché non si giunga a nuove ridefi-
nizioni, sia dei modelli di vita e con-
vivenza sociale, sia di concezioni,
modelli e strumenti di orientamen-
to è la qualità agita dei professioni-
sti a costituire un importante “sal-
vagente” per i soggetti che hanno
bisogno di orientamento, affinché
non siano loro a “pagare il conto”
14