ORIENTAMENTO E SCUOLA
una filosofia di marketing relazionale
interno e, dall’altro, la presenza nelle
organizzazioni di percorsi di carrie-
ra nuovi e dinamici, che perdono il
tracciato lineare tipico delle strutture
tradizionali.
I cambiamenti all’interno delle
organizzazioni stanno progressiva-
mente sconvolgendo i tradizionali
percorsi di carriera e questi muta-
menti aprono un varco interessan-
te alle pratiche e agli interventi di
orientamento nel lavoro. Da percorsi
di carriera lineari, gestiti in modo ac-
centrato dall’organizzazione e con-
sistenti in una serie progressiva di
movimenti verso le posizioni apicali
della gerarchia, ovvero posizioni di
crescente autorità e responsabilità, si
passa a percorsi di carriera cosiddetti
a “spirale” e “transitori”. Tali percorsi
riflettono l’emergeredi organizzazio-
ni piatte dove fare carriera non è più
possibile, percorrendo linearmente i
gradini di una scala gerarchica.
Le variabili che concorrono alla de-
finizione dello scenario attuale deli-
neano, nel loro insieme, un contesto
in cui le persone rappresentano il
fattore chiave e l’elemento di van-
taggio competitivo per il successo
dell’organizzazione. L’orientamento
consente alle persone di sostenere la
propria evoluzione anche cercando
di valorizzare le conoscenze tacite e
gli apprendimenti acquisiti attraver-
so percorsi non formali o istituziona-
lizzati (informal learning). Infine gli
interventi che rientrano nell’orienta-
mento hanno la peculiarità di essere
percorsi di attivazione e non mo-
menti di valutazione o “fotografia”
della persona.
Rete, dialogo, valorizzazione
sono le
tre parole chiave che hanno sorretto
l’idea progettuale e che continueran-
no a rappresentare le chiavi di lettura
per gli approfondimenti dei prossimi
anni. L’analisi dell’esistente ha, infat-
ti, importanti implicazioni a livello di
strategia di intervento complessiva e
di collocazione dei servizi nell’ambi-
to di tale strategia, in quanto fornisce
indicazioni su come ottimizzare il ri-
sultato delle azioni di orientamento
anche al di fuori del contesto “emer-
genziale”. Ma oltre a conoscere lo
stato dell’arte relativamente all’offer-
ta erogata e alla domanda evocata, è
necessario riconoscere e valorizzare
il patrimonio di esperienze e prati-
che consolidate in questo campo nel
sistema Paese. Ed è strategico met-
tere in rete le diverse cabine di regia
che si collocano a livello delle scelte
politiche e di indirizzo del settore.
Per fotografare la realtà dell’orien-
tamento in Italia e continuarne a
leggere le dinamiche e le possibili
evoluzioni è quindi fondamentale
attivare un’opera di “emersione” e
valorizzazione delle diverse attività
ed esperienze realizzate nei vari con-
testi, anche per fornire al legislatore
gli strumenti conoscitivi capaci di
sviluppare politiche di orientamento
di maggiore efficacia e incisività sul
piano socio-territoriale.
Da qui l’idea di una governance
co-partecipata dai diversi attori che
svolga funzioni di assistenza tecnica,
supporto alla formazione degli ope-
ratori, promozione della qualità del
sistema e infine attività di ricerca e
sviluppo. In altri termini, come sotto-
lineato in diverse occasioni “si vuole
promuovere una politica di orien-
tamento, in stretto raccordo con le
politiche formative e le politiche del
lavoro, per valorizzare le esperienze
prodotte e gli sforzi di innovazione
messi in campo a più livelli e prefi-
gurare un’azione di governance per
lo sviluppo di un sistema di orienta-
mento”. Un tale obiettivo potrà esse-
re perseguito solo attraverso il conti-
nuo e crescente contributo di parte-
cipazione e ascolto dei luoghi e delle
voci che fanno orientamento in Italia.
Anna Grimaldi
Responsabile dell’area di ricerca Isfol
Politiche per l’orientamento
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