QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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pensi anche al target specifico delle
donne che decidono di intraprende-
re un’attività lavorativa dopo aver as-
solto per anni attività di cura), e per-
tanto nel corso dell’esperienza lavo-
rativa assumono una duplice conno-
tazione a seconda che alla base della
“richiesta d’aiuto” ci sia una motiva-
zione intrinseca dell’adulto occupato
che desidera uno sviluppo di carriera
o un cambiamento professionale,
oppure una condizione oggettiva di
crisi a seguito della perdita del lavoro
o di altri fattori esterni.
I dati ci dicono che il 90,2%dei sog-
getti del campione è a conoscenza
dei servizi di orientamento ma mol-
to inferiore è la percentuale di colo-
ro che ne fruiscono, con percentuali
che si attestano intorno a valori in-
feriori al 50%. A usufruire dei servizi
di orientamento sono prevalente-
mente i soggetti disoccupati, quelli
in cerca di prima occupazione, quelli
in mobilità o cassa integrazione e i
soggetti attualmente in cerca di la-
voro a prescindere dalla qualifica e
dalla posizione lavorativa, ma anche
le donne e i soggetti con un livello di
istruzione elevata.
Come già sottolineato in altre oc-
casioni si ricava l’impressione che a
fruire maggiormente dei servizi di
orientamento siano i soggetti con
caratteristiche di debolezza rispetto
al mercato del lavoro (donne, gio-
vani, disoccupati o in cerca di prima
occupazione, soggetti in cassa inte-
grazione) e questo avvalora la tesi
che, al di là di quanto auspicato e
professato sul versante scientifico-
culturale, prevale una dimensione
orientativa molto emergenziale e
terapeutica, finalizzata al sostegno
piuttosto che preventiva e maturati-
va di educazione alla scelta. Tuttavia,
è possibile intravedere dei segnali di
cambiamento che possono far spe-
rare in un’inversione di tendenza. Un
ruolo importante per la fruizione dei
servizi di orientamento è infatti gio-
cato anche dal livello di istruzione:
sembra che la fruizione sia maggiore
tra i soggetti con titolo di studio più
elevato, probabilmente per la mag-
giore facilità a reperire informazioni
rispetto alle opportunità che tali ser-
vizi possono offrire, ma soprattutto
perché culturalmente più disponibili
a tali pratiche professionali. Va infatti
rilevato che, come evidenziato nella
parte relativa all’offerta di orienta-
mento, negli ultimi tempi si assiste
sempre più a una maggiore propo-
sizione culturale che pone enfasi alla
necessità di auto-valutazione e di au-
to-orientamento. Quanto alla tipolo-
gia dei servizi offerti nell’ambito dei
centri di orientamento e dei servizi
per il lavoro sono molteplici le azioni
orientative svolte nelle strutture con-
siderate: fra queste appaiono mag-
giormente realizzate l’accoglienza/
analisi della domanda, l’erogazione
di informazioni, così come, in modo
piuttosto sorprendente trattandosi
di un’attività specialistica, il counse-
ling. Questo ultimo aspetto merita
particolare attenzione.
Attualmente, l’orientamento nel
lavoro inteso come insieme plurali-
stico di pratiche finalizzate al man-
tenimento attivo e creativo della
professionalità da parte di ciascun
lavoratore, rappresenta infatti un
ambito d’intervento non pienamen-
te riconosciuto dalle realtà aziendali
e che stenta ad avere sia una for-
malizzazione sia un inquadramento
teorico concettuale. Ci sono buone
ragioni, tuttavia, per ritenere che
l’orientamento nel lavoro entrerà
a pieno titolo a far parte delle leve
di gestione e sviluppo delle risor-
se umane nelle organizzazioni, così
come oggi lo sono la formazione, il
reclutamento, la selezione e la valu-
tazione del personale. Tra i molteplici
segnali che concorrono a prospetta-
re uno scenario dove l’orientamento
sarà parte integrante delle pratiche
di gestione e sviluppo delle risorse
umane riteniamo importante sot-
tolineare, da un lato, la diffusione di
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