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ORIENTAMENTO E SCUOLA
L’ORIENTAMENTO NEL
TEMPO DELLA CRISI
LE ASPETTATIVE DEGLI UTENTI E LE
RISPOSTE DEI SERVIZI
Anna Grimaldi
LO SCENARIO
1
La “società delle transizioni”
2
, tale
è quella che caratterizza il nostro
tempo, impone la necessità di una
riflessione sull’urgenza di risponde-
re in maniera efficiente ed efficace
ai molteplici bisogni che le perso-
ne, portatrici di istanze culturali, a
volte marcatamente diverse tra di
loro, rappresentano alle istituzioni.
Si può dire che non ci sia target di
popolazione, ma anche passaggio
o transizione di vita che non siano
toccati, oggi più che mai, da un pro-
blema di orientamento, ovvero di
scelta. In questo senso “orientare”
diventa azione cruciale nell’accom-
pagnare le molteplici e multiple
traiettorie di carriera degli indivi-
dui. Sempre più spesso il sogget-
to è considerato un “competency
trader”, capace di negoziare le pro-
prie competenze rispetto alle op-
portunità di lavoro, in un mercato
nel quale orientarsi e ri-orientarsi è
essenziale per aumentare il proprio
grado di occupabilità. Inoltre, il con-
fronto con culture nuove e diverse e
con organizzazioni ogni giorno più
“piatte” e globali richiede di saper
ristrutturare e attivare le proprie ri-
sorse in modo strategico. La posta
in gioco sollecita molte competen-
ze diverse da quelle di un tempo,
segnando il cambiamento dalle
capacità specialistiche a quelle tra-
sferibili da un contesto all’altro, ca-
paci di modificarsi e adattarsi in un
incessante passaggio di ruoli e am-
bienti (Bresciani, 2006; 2010).
Ciò ha comportato una decisa
presa di posizione istituzionale re-
lativamente alle politiche attive del
lavoro, tra cui l’orientamento, che
ha posto enfasi sulla necessità di
accompagnare le transizioni, incre-
mentare le integrazioni tra i sistemi
e favorire l’emergere e lo sviluppo
di nuove competenze, oltre che ri-
visitare quelle già in possesso degli
individui
3
. In tale mutato scenario
si modificano anche gli oggetti
dell’orientamento che vedono spo-
stare il focus da un ambito stretta-
mente lavorativo a uno sui modelli
di vita dove i soggetti/clienti sono
aiutati a divenire consapevoli della
loro stessa socializzazione alla car-
riera e a raggiungere una migliore
integrazione tra i vari ruoli agiti in
una società sempre più comples-
sa (Baubion-Broye & Hajjar, 1998;
Krumboltz & Chan, 2005; Plant &
Turner, 2005). L’oggetto dell’orienta-
mento oggi è dunque la costruzio-
ne continua del sé (Guichard, 2004;
Guichard, 2009) o ancora, il “life-
designing” (Savickas, 2009). Questa
concezione evoluta di orientamen-
to, che si propone sempre più come
lifelong e olistico, chiama in causa
ai risultati del
rapporto ISFOL
sull’orientamento
2010, nasce una
nuova visione
dell’orientamento
che dovrà tener
conto della rete
dei servizi e di una
governance
co-partecipata
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