QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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chiesto nel territorio di interesse, sia
in termini di quantità che di difficol-
tà di reperimento. Naturalmente,
per i più giovani, questo utilizzo non
può prescindere da una presenta-
zione del contesto socio-economico
di riferimento, il comprendere cioè i
parametri chiave del sistema eco-
nomico, il più recente passato e le
possibili linee di tendenza.
GUARDARE AL FUTURO
Parlare del contesto significa guar-
dare anche al futuro, più o meno
prossimo: le previsioni di domanda
di lavoro per l’anno presente o quel-
lo successivo possono risultare par-
ziali o fuorvianti, condizionando pe
rò, a volte in modo irrevocabile, per-
corsi che sono ancora in gran parte
formativi: con la rapidità degli attua-
li cambiamenti il rischio di prematu-
ra obsolescenza è tutt’altro che re-
moto. Del resto, quanti sono i pro-
dotti e i servizi che sono apparsi sul
mercato nel giro di pochi anni e che
nessuno aveva previsto?
Delineando come auspicabile e
necessario un sentiero di sviluppo
economico, fondato sull’innovazio-
ne e la ricerca scientifica, è evidente
che la strategia europea deve pre-
vedere un presidio, per quanto com
plementare a quello posto in essere
dalle famiglie, a questa funzione
(cognitiva) di presa di consapevo-
lezza, tanto più strutturata quanto
più se si tratta di giovani che comin-
ciano ad orientarsi verso il mondo
del lavoro, all’interno di un percorso
scolastico non ancora concluso.
L’Europa invita a guardare al futu-
ro. Tra i quattro settori prioritari di
Lisbona 2 troviamo il miglioramen-
to della situazione energetica, invi-
tando quindi i governi ad investire
su una politica industriale ispirata
ad un modello di
produzione
e
con-
sumo
più sostenibile, incentrato
sull’energia rinnovabile. Gli orienta-
tori/formatori devono potere ed es-
sere in grado di proporre, anche
con entusiasmo, i vari
futuribili
di
cui vi siano però sintomi di concre-
tezza. Negli ultimi mesi vi è una cre-
scente produzione di analisi e studi
a carattere generale sulle prospetti-
ve della
green economy
: per esem-
pio, secondo una ricerca della Boc-
coni entro il 2015 in Italia vi sarà
una domanda di 250mila posti di
lavoro nel settore della
green eco-
nomy
. Informazioni e dati, questi
che possono temperare il clima di
diffuso scoramento ormai radicato-
si in un frangente storico, quello at-
tuale, nel quale la disoccupazione
giovanile ritorna ad essere un pro-
blema molto grave (a febbraio il
tasso specifico in Italia è superiore
al 28 per cento).
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Una peculiarità di questo “futuri-
bile” che, con grande forza, ci richia-
ma ai bisogni essenziali presenti e
futuri dell’umanità, è che esso pre-
senta forti componenti di “senso”
senza i quali le platee più giovani ri-
mangono, al più, tiepide. Non credo
si corra alcun rischio di retorica, pur-
ché venga curato con la dovuta pro-
fessionalità, il passaggio dalla pre-
sentazione degli scenari, alla descri-
zione dei possibili sbocchi occupa-
zionali. Il compito è multidisciplina-
re e complesso. Se, in alcuni casi, è
lecito immaginare un semplice ag-
giornamento di talune mansioni/
compiti; in altri, si tratta invece di
conoscere e saper delineare le pos-
sibili linee di integrazione tra disci-
pline (è il caso del “contabile verde”)
che i sistemi formativi ancora tratta-
no in realtà in modo disgiunto (eco-
nomia quale scienza sociale da un
lato e materie scientifiche).
Per molti profili, infine, non esisto-
no ancora le descrizioni delle com-
petenze lavorative richieste, compe-
tenze lavorative che sono anche una
guida sia per l’orientamento imme-
diato della persona, che per la predi-
sposizione delle eventuali azioni for-
mative. Come fare, allora, quando
queste competenze lavorative anco-