Quaderno 36 - page 55

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ORIENTAMENTO E società
La questione, all’interno di questa
stessa tendenza, è capire se questo
cambiamento abbia la portata di
una pur importante evoluzione, o
sia addirittura tale da comportare
una rivoluzione a livello psicologico
e sociologico: a seconda della sfera
umana che si tende ad enfatizzare,
se quella razionale-analitica o quel-
la emotivo-empatica, si tenderà a
pendere verso questa o quella teo-
ria mediologica.
Il sociologo Manuel Castells,
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con
un pensiero volto alla predilezione
degli aspetti emotivi rispetto a quelli
razionali, teorizza la nascita della “so-
cietà in rete”, ove non è più il medium
al centro del mondo, come lo era in
effetti la televisione nella società
elettrica, bensì l’uomo, o meglio, la
società che, interagendo strettamen-
te con il Web, si globalizza.
Il mondo tecnologico della rete,
tuttavia, non è democratico come
potrebbe sembrare, per la possibili-
tà di chiunque non solo di fruire, ma
anche di produrre (esempio del
blog): in realtà, la società della rete è
socialmente molto stratificata.
In sostanza, esiste una ristretta éli-
te che detiene il potere, che usa la
rete come strumento per rafforzare
il proprio ascendente sulla società, il
mondo più sviluppato che accede
alla risorsa ma non assurge a farne
uno strumento di potere in quanto
il legame sociale, spesso debole e
transitorio, resta confinato in rete, e
la gran parte del mondo che ne re-
sta completamente fuori (“digital
divide”).
Occorre riflettere, infatti, su come
i contenuti, molto spesso, vengano
somministrati direttamente da quel-
lo che si potrebbe definire un “regi-
me fantasma”, che si cela dietro ano-
nimati, pubblicità, e iscrizioni a pa-
gamento alle quali si deve lasciare
tanto di nome e cognome. Gli stru-
menti che poggiano sulla rete, so-
vente, non sono espressione delle
reali esigenze della società, quanto
di come il potere vorrebbe che la
società fosse per meglio far valere i
propri interessi.
Il legame sociale fra le identità di-
gitali “non elitarie”, peraltro, si mo-
stra debole sia per la lontananza fisi-
ca che fa mancare elementi impor-
tanti in quanto non viene mai col-
mata, sia per la molteplicità dei con-
tatti, che disperde inevitabilmente
l’attenzione su più interlocutori.
Proprio partendo da questi due
aspetti, però, si possono compren-
dere le potenzialità della formazione
in rete, che permette a quanti posso-
no collegarsi ad Internet di interagire
efficacemente ai fini dell’apprendi-
mento, instaurando un tipo di rela-
zione più forte, all’interno di una co-
munità virtuale che diventa gradual-
mente sempre più matura (apice
della Netlearning e, andando oltre la
formazione, dei gruppi più stretti ne-
gli attuali “social networks”).
In tal modo, la società che fruisce
della rete diventa ma mano sempre
più consapevole, imparando poi an-
che ad affrontare con maggior spiri-
to critico le diverse tipologie di am-
bienti virtuali, le diverse imposta-
zioni di fondo delle informazioni of-
ferte, ecc. Con una rete inquadrata
pian piano come elemento fonda-
mentale di formazione, e anzi, pri-
ma ancora, di scolarizzazione, poi,
anche la società che inizialmente ne
era esclusa, viene condotta ad avvi-
cinarla, almeno in alcuni momenti
della giornata e/o in alcuni periodi
della vita, contribuendo così a ridur-
re il fenomeno del “digital divide”.
L’E-LEARNING
Sembra naturale, ormai, oltre che
per le enormi potenzialità offerte,
come pure per il superamento di
certi problemi, pensare di appren-
dere attraverso la rete: mediamente,
la parte del mondo più fortunata, e
che abbia ricevuto una certa istru-
zione, trascorre, o ha trascorso, o
trascorrerà una parte consistente
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