QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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Con l’introduzione dell’alfabeto
fonetico greco, l’identità personale
ha ricevuto una forte spinta, che ha
portato, anzitutto, come risultato
interiore, alla parcellizzazione della
coscienza tribale nelle menti auto-
nome degli individui (poiché ha fa-
vorito l’articolazione e la coltivazio-
ne dei propri pensieri rispetto ad
una sorta di coscienza collettiva
unica); inoltre, come conseguenza
generale, la parola scritta ha con-
dotto alla perdita di controllo
sull’informazione, e quindi alla sud-
divisione tra il mondo oggettivo
della scienza, approvato perché
condivisibile, e il mondo soggetti-
vo della personalità, che, essendo
fuori controllo perché individuale,
è considerato, al massimo, appena
tollerabile.
Con l’avvento dell’elettricità, ma
più in particolare, delle reti telema-
tiche, la forma della coscienza ac-
quisisce connotazioni diverse, in-
frangendo apertamente l’illusione
dell’isolamento dell’uomo: egli, or-
mai superato l’impatto del passag-
gio dalla coscienza tribale a quella
personale, si è ovviamente abituato
alla seconda, anzi l’ha scelta, e l’ha
coltivata, fino ad inorgoglirsi per il
senso di indipendenza che essa
dona a ciascun individuo.
Il blog, quale connessione costan-
te col gruppo d’interesse, mostra
una realtà diversa da quella pensata
finora, una commistione tra pubbli-
co e privato, come non si era mai
vista prima: esso è la creatura che
mostra la vera condizione attuale
dell’uomo, non l’individualismo, nè
il collettivismo, bensì l’esigenza di
un rapporto, al tempo stesso privile-
giato e aperto, con altre identità che
aspirano ad evolversi tramite l’intel-
ligenza collettiva.
La sintesi di conoscenze in tal
modo elicitate non sarà mai soltan-
to un unico blocco identico in cui le
identità si fondono, ma resterà sem-
pre un insieme produttivo di diver-
se individualità correlate fra loro.
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Lontano dall’approccio ingegneri-
stico-razionale di Harold Lasswell,
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che pone l’accento sulla trasmissio-
ne dell’informazione, De Kerckhove
guarda alla comunicazione dall’otti-
ca di McLuhan, mettendo in rilievo,
cioè, tutta un’altra serie di aspetti:
anzitutto, poiché la comunicazione
avviene in un ambiente sociale, non
può essere asettica, ed è invece uno
strumento formidabile che “produ-
ce senso”.
Già con McLuhan, i media erano
considerati quali “estensioni dei no-
stri sensi” e quindi si evidenziava il
passaggio dall’oralità alla scrittura
proprio in termini di queste espan-
sioni delle nostre capacità, che si av-
valgono di supporti semplici, come
la penna, la pagina, in una società
connotata come meccanica, “guten-
berghiana”.
Anche l’ulteriore evoluzione verso
la società elettrica (mezzi di comu-
nicazione elettrici) risultava ormai
chiara: con l’avvento della televisio-
ne, infatti, non poteva più trattarsi
soltanto di estensione dei sensi nel-
lo spazio, ma di un coinvolgimento
dell’intero sistema nervoso nella più
complessa dimensione spazio-tem-
porale.
Solo dopo gli anni 80 però, con
l’esplosione del fenomeno Web,
l’entità del coinvolgimento ha rag-
giunto punte prima neppure mai
immaginate: per un certo tipo di in-
terpretazione, quasi fosse una sorta
di chiusura del cerchio, si è così tor-
nati al mondo “gutenberghiano”,
con l’importanza centrale dell’ele-
mento macchina, e il Web, per certi
aspetti, medium ancora “più freddo”
della televisione.
Secondo un altro tipo di interpre-
tazione, invece, risulta ormai evi-
dente che la potenza del Web è
straordinaria, e che il mondo elet-
trico non sarà mai più lo stesso, e la
freddezza del medium è stempera-
ta dall’interattività così elevata, che
è poi la vera innovazione della
rete.