QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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stesso una risorsa difficilmente tra-
sferibile.
Le azioni di cui stiamo parlando
nascono con l’intento ultimo di ren-
dere esplicito e dunque meglio tra-
sferibile questa risorsa nascosta.
Questa finalità ultima, ma comune,
ha dato origine nelle pratiche e nel-
la storia dei servizi per il lavoro, a
dispositivi differenti per finalità ope-
rativa, per contesto in cui sono nati
e per metodologie specifiche con
cui vengono erogati.
Il bilancio di competenze, ad
esempio, sviluppato in Francia, in
un momento di grave crisi econo-
mica che richiedeva politiche del
lavoro tese alla riconversione e ri-
collocazione di lavoratori a bassa
qualificazione ed istruzione, si con-
figurò come un’azione specialistica
di natura polifunzionale. Con que-
sta caratteristica è stata poi trasferi-
ta nel contesto italiano intorno agli
anni ‘90. Sulla polifunzionalità del
bilancio si veda il documento pro-
dotto dal tavolo tecnico ISFOL che
identifica funzioni e finalità specifi-
che del bilancio di competenze
come segue:
●
funzione a finalità orientativa;
●
funzione a finalità formativa;
●
funzione con finalità di esplicita-
zione e riconoscimento delle acqui-
sizioni derivanti dalla esperienza,
allo scopo di poterle spendere e
trasferire in nuovi contesti
.
Le linee guida ISFOL, indicano
anche, in modo non equivoco, che
il bilancio non ha, in senso stretto
ed autonomo, funzione e finalità di
certificazione delle competenze:
può solo porsi come azione prope-
deutica e facilitante la certificazio-
nedelle competenzederivanti dall’e
sperienza.
Quando parliamo di formalizza-
zione, tema del momento, ci riferia-
mo ad un’azione che ha come sua
finalità specifica quella della esplici-
tazione e codifica degli apprendi-
menti non formali ed informali, in
funzione di una loro validazione e
certificazione, da parte di soggetti
sociali legittimati.
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Proprio questa rilevanza del tema
del riconoscimento di tali appren-
dimenti riporta al centro dell’inte-
resse, la metodica del bilancio delle
competenze. In particolare, rende
di grande attualità una riflessione
di tipo teorico metodologico sul bi-
lancio, affinché rivitalizzi e recuperi
la sua finalità originaria di azione e
strumento per la esplicitazione ed
il recupero delle competenze ac-
quisite nelle esperienze di lavoro e
di vita allo scopo di consentire una
loro riconoscibilità per il soggetto
ed una loro trasferibilità in nuovi
contesti professionali. Questa fina-
lità, in Italia è stata fortemente at-
tenuata dalla mancanza di disposi-
tivi legislativi.
LE NUOVE PROSPETTIVE
PER IL BILANCIO DI
COMPETENZE: ASPETTI
DI METODO E DI SISTEMA
Se guardiamo al dispositivo dal
punto di vista metodologico e dei
risultati per le persone, il bilancio
può essere accostato alle azioni per
la formalizzazione e certificazione
delle competenze a patto di accen-
tuare nell’erogazione alcune sue
caratteristiche peculiari, già insite
nella sua funzione e nel suo impian-
to metodologico. Il riconoscimento
e l’analisi della conoscenza tacita,
hanno da sempre costituito un pro-
blema, se non un ostacolo metodo-
logico per la strumentazione del
bilancio e per i suoi consulenti ita-
liani, ma anche francesi.
Nel tempo si è fatta sempre più cir-
coscritta e semplificata l’attività dedi-
cata all’analisi della competenza pro-
fessionale e delle acquisizioni dall’e
sperienza, a favore di una più appro-
fondita analisi delle risorse psicoso-
ciali, rispetto alle quali la strumenta-