ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
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hanno investito massicciamente e
con buoni risultati, negli ultimi dieci
anni, nell’innovazione dei servizi per
il lavoro; una tradizione di intervento
in materia di orientamento, specie in
ambito scolastico, di buon livello; un
gruppo di orientatori ‘di nuova gene-
razione’di ottima professionalità.
Con le ‘Azioni di sistema per lo svi-
luppo del sistema regionale integrato
dell’orientamento’ (D.G.R. n. 2265 del
20 dicembre 2006) è stato dato avvio,
in Umbria, al processo per la creazio-
ne e l’implementazione di un quadro
unitario regionale di regole, modelli
e strumenti. Finalità principale era
quella di sviluppare le condizioni,
la cornice comune e condivisa, per
l’integrazione tra i servizi, i soggetti
istituzionali e gli operatori di orienta-
mento dei diversi ambiti (istruzione,
formazione, lavoro, sociale).
Il progetto è stato avviato operati-
vamente a settembre 2007, con l’atti-
vazione del Cantiere ‘Orientarsi nella
fase del ciclo di vita centrata sull’ap-
prendimento’e del Cantiere‘Orientar-
si nella fase del ciclo di vita centrata
sull’ingresso nel mondo del lavoro’, e
si è concluso un anno dopo, nel set-
tembre 2008, con un convegno in cui
sono stati presentati e discussi i pro-
dotti del lavoro dei due Cantieri.
Pur differenziandosi in parte rispet-
to alle metodologie di lavoro impie-
gate, i due Cantieri rispondevano agli
stessi obiettivi di:
●
●
consentire la definizione condivisa
delle principali tipologie di orien-
tamento da erogarsi nei diversi
contesti e con riferimento a diverse
categorie di utenza e di bisogni di
orientamento;
●
●
avviare una prima riflessione rela-
tivamente al tema degli standard
qualitativi comuni ai diversi ser-
vizi, con particolare attenzione ai
profili di competenze della figura
dell’orientatore;
●
●
favorire, attraverso il lavoro di inte-
razione e di scambio all’interno dei
Cantieri, lo sviluppo di un linguag-
gio dell’orientamento, che cos’è, a
cosa serve, chi ne può beneficiare,
in che cosa può consistere, ecc., co-
mune agli operatori, ma altresì leg-
gibile anche all’esterno (gli utenti
innanzitutto, ma anche i soggetti
istituzionali che hanno la respon-
sabilità di organizzare, valutare, fi-
nanziare i servizi di orientamento).
Con la scelta del termine ‘Cantiere’
si è inteso suggerire l’idea di ‘lavori
in corso’, a sottolineare il carattere
non conclusivo dei possibili risultati
e l’intento di avviare dei processi che
non si sarebbero conclusi con la fine
formale del progetto. E ancora il ter-
mine ‘Cantiere’ rendeva bene l’idea
di polvere, di confusione e rumore
che ci si aspettava inevitabilmente di
provocare, mettendo insieme per la
prima volta operatori di ambiti appa-
rentemente lontani, ma anche l’idea
di energia e di sforzo comune che do-
vrebbe accompagnare ogni iniziativa.
E, infatti, il valore di questa esperienza
credo derivi soprattutto dalla qualità
dell’impegno e del coinvolgimento
dei tanti orientatori (dei Centri per
l’Impiego, dei Servizi comunali di Ac-
compagnamento al Lavoro, dell’Uni-
versità, della Scuola, delle Agenzie
formative) che hanno lavorato insie-
me all’interno dei Cantieri.
A partire da questa prima impor-
tante esperienza e a fronte delle
nuove priorità dettate dalla crisi,
nella prospettiva di far fronte rapi-
damente ai bisogni di un numero di
persone quantitativamente rilevante
e differenziato, e dunque di mettere
in campo risorse professionali nuove
e diverse in grado di cooperare ed
integrarsi fra di loro, si è dimostra-
to fondamentale poter disporre di
un modello condiviso dei servizi di
orientamento, quale quello che ap-
punto i Cantieri hanno consentito di
mettere a punto
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Il modello adottato dalla Regione
Umbria si fonda sulle categorie con-
cettuali (in particolare quella di fun-
zioni dell’orientamento) esplicitate
in diversi scritti della prof.ssa Maria
Luisa Pombeni, e a quella termino-