ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
62
L’ORIENTAMENTO
AITEMPIDELLACRISI
UN’ESPERIENZA DELLA
REGIONE UMBRIA
Antonietta Petetti
INTRODUZIONE
Orientarsi è sempre più necessa-
rio, ma anche sempre più difficile.
Nella modernità liquida del nostro
tempo, la funzione sociale dell’orien-
tamento trova una radice importan-
te, secondo le parole di Jean Gui-
chard, “
nell’obbligo rivolto a ciascuno
di condurre una riflessione su di sé con
l’intenzione di orientare la propria esi-
stenza
„
1
. Sballottati tra le prospettive
di un mondo di opportunità, come
diceva una famosa canzone, ‘senza
limiti e confini’ e le previsioni di un
mercato del lavoro in caduta libera,
l’unica costante del nostro tempo
sembra essere la consapevolezza di
uomini e donne “
senza guida
(…)
nella condizione di dover giudicare da
soli e di dover fondare da soli i nostri
punti di riferimento
„
2
.
Proprio quell’impasto di grande
incertezza e insieme di grande liber-
tà che caratterizza i nostri giorni fa
sì che cresca il numero di coloro che
Maria Zambrano chiama ‘
i perples-
si’. “Essere perplesso significa trovar-
si tra varie alternative e non sapersi
decidere per nessuna. Non certo per
mancanza di conoscenze, ché anzi
la perplessità implica un’abbondan-
za di conoscenze sebbene parziali,
poco connesse tra di loro, abbaglianti
e molteplici e perciò incapaci di fare
chiarezza – ma per una certa man-
canza di visione e della capacità stes-
sa di aprirsi al rischio di una scelta. Si
tratta di creature che sono al di sopra
del livello comune di coloro che ripro-
ducono in modo anonimo la cultu-
ra nella sua forma tradizionale, da
un lato, e allo stesso tempo che non
hanno saputo conseguire autonoma-
mente l’unità della propria vita; sen-
za possibilità di agire per mancanza
di personaggi (…) e perché la loro
possibilità supera il canone comune
dell’anonimo
„
3
.
Dunque, per molti aspetti, il bi-
sogno di guida e la domanda di
orientamento, si fanno dichiarata-
mente sempre più avvertiti come
bisogni sociali di primaria impor-
tanza. D’altro canto non poche sono
le contraddizioni, i passaggi stretti e
scivolosi, con cui chi si occupa pro-
fessionalmente di orientare deve
misurarsi. Solo un paio di riflessioni
a questo proposito.
Prima riflessione:
per secoli la co-
struzione del proprio destino socia-
le e professionale ha rappresentato
un impegno a cui le persone hanno
fatto fronte traendo ispirazione e
sostegno dalla propria comunità
e cultura di riferimento. Nascere
uomo o donna, figlio di contadini o
figlio di signori, aveva un’influenza
determinante sui ruoli che il sog-
getto sarebbe andato ad assumere
una volta divenuto adulto, sui modi
possibili di interpretazione di tali
ruoli e le strade percorribili per di-
insieme
di incertezze e
possibilità che
caratterizza questo
tempo fa sì che il
bisogno di guida
e la domanda di
orientamento siamo
sempre più avvertiti
come bisogni
sociali di primaria
importanza
L’