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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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tenzione fluttuante’
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: l’ascolto del-
lo psicologo è attento e partecipe
mentre nel retrobottega della sua
mente questi lascia lavorare i sa-
peri, l’esperienza, la formazione
che gli fanno da guida per com-
prendere sia vissuto del giovane
sia ciò che si sta dispiegando in
quel momento nel setting senza
applicare alla situazione schemi di
lettura pre-costituiti.
Tutto questo concorre a creare
un’‘
alleanza di lavoro
’ che porterà
l’adolescente ad una consapevo-
lezza maggiore delle proprie pro-
blematiche, riuscendo così a guar-
dare i problemi da una prospettiva
nuova, ‘dal fuori al dentro’: entra
quindi in contatto con la sua parte
emozionale, ponendo l’ascolto su
di sé e sui rapporti emotivamen-
te significativi. In consultazione,
lo studente viene aiutato a capire
che cosa sta succedendo nel suo
mondo interno, ad esprimere i
vissuti collegati alla situazione dif-
ficile che sta attraversando, e gli
viene offerta la possibilità di riflet-
tere su come è e su come vorrebbe
essere in futuro; nel contempo fa
esperienza di relazione nel rap-
porto con lo psicologo. Questa
nuova relazione trasforma in parte
il modo iniziale di vedere la situa-
zione di disagio.
Nella maggior parte dei casi,
l’esperienza emotiva attiva nel gio-
vane le risorse personali che pos-
sono dare avvio ad un lento pro-
cesso di cambiamento indirizzato
verso una direzione di crescita più
consapevole e ad un possibile mi-
glioramento della situazione per-
sonale e scolastica: si modificano
le relazioni con i compagni e con
i docenti e la motivazione agli ap-
prendimenti.
L’incontro finale psicologo-ado-
lescente rappresenta un momento
molto importante poiché costitui-
sce la conclusione di un rappor-
to significativo. La restituzione è
intimamente collegata a tutto il
percorso della consultazione e alla
qualità della relazione che lo psi-
cologo è riuscito a instaurare con
il ragazzo.
Nel caso in cui l’adolescente
venga in consultazione solo ed
esclusivamente su invio dell’inse-
gnante il clima emotivo che ne
deriva è meno intenso, la motiva-
zione del giovane spesso è debole
o insufficiente; di conseguenza, il
primo colloquio sarà finalizzato a
capire se ci sono le condizioni per
avviare la relazione d’aiuto.
Per quanto riguarda le modalità
di organizzazione degli incontri
nei casi in cui si presentino situa-
zioni di particolare disagio è con-
sigliabile concordare subito con
l’adolescente i colloqui per creare
nell’immediato una situazione di
contenimento. Nel caso di Ales-
sandro invece, rispettando la sua
Gong da Hiroshima
fusione in ghisa, 1961
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