QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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Vaso con pulcinella
terracotta policroma, 1961
ruolo dell’insegnante si collocano
proprio a questo livello e la loro ge-
stione può ridurre i vissuti di impo-
tenza e aumentare il livello di com-
prensione degli eventuali fallimenti.
L’attenzione alle relazioni consente
di prevedere gli effetti del proprio
comportamento e quindi di modifi-
carlo in base a tale previsione.
Certamente la comprensione non
garantisce la soluzione dei proble-
mi, quindi non può preservare dalla
frustrazione; esistono situazioni ve-
ramente difficili o intenzionalmente
resistenti al cambiamento, dove gli
insegnanti, come d’altro canto mol-
to spesso anche i terapeuti, sento-
no di non riuscire a fare nulla. Fare
i conti con l’impossibilità a produrre
cambiamenti è frustrante, ma può
dare un’idea della reale efficacia de-
gli interventi, preservando dall’im-
potenza o dai sensi di colpa.
La capacità relazionale comporta
la fatica di ascoltare e comprendere
non solo ciò che è riferito agli altri,
ma anche attivare un processo di
interrogazione, di riflessione su di
sé e di riconoscimento delle proprie
emozioni e degli impedimenti inter-
personali a cominciare da se stesso
(Blandino, 2008). Tale ‘responsabilità’
emotiva è ben diversa dall’assunzio-
ne della ‘colpa’ perché non giudica e
non condanna, ma si inserisce in una
logica di ricerca di miglioramento.
L’allievo infatti ha bisogno di sentire
di esistere emotivamente nellamen-
te dell’insegnante, che si fa carico di
lui e dei suoi problemi e che è a sua
volta motivato alla relazione.
La complessità del ruolo dell’in-
segnante e la sempre maggiore
necessità di competenze relazionali
apre la questione di quali possono
essere i supporti da dare alla sua
funzione educativa.
Negli ultimi anni la Scuola ha in-
tensificato le richieste di supporto
ai Servizi Sociali e Sanitari; a volte il
supporto è stato inteso come possi-
bilità di avere la presenza dello psi-
cologo in classe per osservare, in-
tervenire e programmare le attività
insieme agli insegnanti o per soste-
nere operativamente l’insegnante
nella gestione della classe.
La richiesta di esperti della psiche
che intervengano in classe per ‘ve-
dere’ ciò che l’insegnante ritiene di
non vedere, rischia di andare nella
direzione opposta di un’assunzione
di responsabilità emotiva, soprat-
tutto se alimenta desideri di delega
o aspettative ‘magiche’.
Ciò non deve, d’altro canto, giu-
stificare l’astensione ad intervenire
dei servizi sociali e sanitari, deputati
per mandato istituzionale a realiz-
zare interventi di prevenzione del
disagio psicologico-relazionale. È
necessario che i servizi, se non in-
tendono rispondere alle richieste
di delega della scuola, riconoscano
però i problemi che possono pre-
sentarsi nelle relazioni soprattutto