ORIENTAMENTO E SCUOLA
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Battaglia
china e matite colorate, 1956
bertà di scelta. Va da sé che questa
formazione richieda un lungo per-
corso. Ma perché chiamarlo ancora
‘orientamento’?
Non è questo… la scuola? Tornan-
do a chiamare le cose col loro nome
possiamo intravedere cosa accadrà
al loro futuro. Ciò sarà utile anche
a chi si innamora delle parole e che
continua a chiamare orientamento
ciò che ora è altro. Infatti, senza tur-
bare le sue convinzioni linguistiche,
potremo mostrargli cosa accadrà
all’orientamento/scuola del futuro.
QUALE ORIENTAMENTO
PER QUALE SCUOLA
Mi riferirò solo a duemondi scuola,
retti in piedi dalla saldezza, o scossi
dalla crisi, dei loro paradigmi e acco-
sterò questi alle fasi della scuola.
A. La scuola del monologo o del
silenzio
Qui possiamo agevolmente collo-
care tre ‘slogan’.
a.Scuola di classe
Ė la scuola accusata di selezionare
i più adatti alla gestione del mon-
do e del benessere. Li sceglie fra
chi già può, presupponendo che
più che le doti conti l’abito e che si
impari a fare i re diventando re. Per
questa scuola vige l’orientamento
dell’‘
uomo giusto al posto giusto
’.
Come abbiamo visto non è cosa
che appartenga solo al passato.
b. Scuola di massa
Chiede che a tutti venga data una
possibilità. Se non conta più l’éli-
te (che ovviamente si riforma da
altre parti e osserva sorridendo lo
spettacolo) non si può più parlare
di uomo giusto al posto giusto, ma
di rispetto dei diritti, o diritto alla
realizzazione del sé
.
c. Scuola del merito
Ė la scuola oggi auspicata. Ciò di
cui sopra, infatti, non ha funzio-
nato. Rivogliamo l’élite, ma che
sia elite non per nascita, bensì per
doti. L’orientamento deve quindi
darti
autostima e senso di autoeffi-
cacia
, affinché tu possa far valere
le tue doti.
Queste tre scuole (anche, quindi,