ORIENTAMENTO E SCUOLA
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Cavalieri
ceramica, 1960
formativa e lavorativa, compatibile con
la definizione di identità personale e
con le condizioni di intreccio con altre
sfere di vita (personale, relazionale, so-
ciale, ecc.) (Young e Valach, 2004). Per
questomotivo, l’azione consulenziale è
indirizzata a potenziare la capacità per-
sonale di affrontare autonomamente
i cambiamenti e farsi carico delle de-
cisioni che riguardano la propria vita
professionale. Tale obiettivo si traduce
in pratica in un percorso, che il cliente
affronta insieme al consulente, chepar-
te dalla ricostruzione e comprensione
della propria esperienza per giungere,
attraverso la presa di coscienza delle
proprie risorse, allaprefigurazionedelle
proprie mete future (Consolini e Pom-
beni, 1999; Pombeni eVattovani, 2005).
Partendo da questa definizione, al-
cuni autori ritengono che l’azione con-
sulenziale possa essere studiata come
un processo di apprendimento, in par-
ticolare, come apprendimento delle
capacità di
decision making
le quali si
fondano sulla capacità di esplorazione
di sé e dell’ambiente al fine di sceglie-
re tra le alternative possibili (Heppner
e Heppner, 2003). Ecco quindi che, se-
condo lametanalisi di Oliver e Spokane
(1988) la variabile più comunemente
misurata come
outcome
del percor-
so di consulenza orientativa è quella
relativa alla attivazione per la ricerca
di informazioni sulla carriera, mentre
la seconda in ordine di frequenza ri-
guarda la maturità vocazionale, intesa
come “
la prontezza dell’individuo ad af-
frontare i compiti di sviluppo con i quali
deve confrontarsi„
(Super, 1990, p. 213).
In maniera similare, Whiston, Sexton, e
Lasoff (1998), hanno trovato che la va-
riabilepiù frequentemente valutata è la
certezza/livellodi decisione rispettoalle
scelte di carriera, mentre resta al secon-
doposto lamaturità vocazionale.
A livello italiano, l’esperienza ISFOL
(Grimaldi e Pombeni, 2006, p.39) si
è posta l’obiettivo di definire “
un ap-
proccio metodologico alla valutazione
dell’azione specialistica di orientamen-
to, a partire dall’individuazione e condi-
visione di una serie di descrittori del pro-
cesso di consulenza
„ (Gremigni, 2006),
giungendo così alla costruzione di
uno strumento di valutazione della
consulenza orientativa, il questiona-
rio Val.Ori. Lo strumento richiede alla
persona che ha completato il proprio
percorso di consulenza di esprimere
una valutazione soggettiva circa il suo
senso di efficacia, a seguito del per-
corso, rispetto a cinque aree: la
Con-
sapevolezza della storia personale
; la
Disponibilità a mettersi in gioco
; la
Ca-
pacità di analisi del contesto
; il
Coping
attivo nelle transizioni
; la
Propensione
al cambiamento e autodeterminazione
progettuale
. Il questionario dispone
anche di una versione compilabile dal
consulente per valutare i progressi fat-
ti dal cliente/utente.