QUADERNO_33 - page 83

INFORMA
82
UN’ESPERIENZADI
LABORATORIOPERALUNNI
ARISCHIODIDISPERSIONE
ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO“DIVISIONE
JULIA”DI TRIESTE
Tiziana Bevilacqua
INTRODUZIONE
Nel trascorso anno scolastico
2007/08, alla fine di ottobre, valutan-
do i bisogni dei vari consigli di classe
raccolti attraverso le schede di rileva-
zione del disagio scolastico che ave-
vo predisposto, veniva evidenziato il
seguente quadro della situazione: at-
traverso il progetto sulla dispersione,
gli interventi dei precedenti anni ave-
vano fornito agli insegnanti un aiuto
a gestire le relazioni interpersonali
degli alunni della classe, consulenze
per il trattamento dei singoli casi di
alunni problematici e incontri con le
loro famiglie; nel progetto difatti era
premesso che, pur non essendo il no-
stro un Istituto comprensivo a rischio,
si rilevavano disagio e sofferenza sco-
lastica e, in modo preponderante,
all’interno di questo disagio c’era
la
famiglia
e non l’istituzione scolastica.
Con le risorse fornite dal Progetto
e dal Bando Regionale sulla Disper-
sione il consiglio di classe poteva
agire scegliendo le strategie più con-
sone grazie al lavoro sinergico con le
strutture del territorio e la consulen-
za degli esperti. Ma come referente
del progetto vedevo la necessità di
attivare un intervento diretto su un
gruppo eterogeneo di alunni che si
era venuto a creare e che, nonostan-
te gli interventi attuati, trasmetteva
il proprio disagio come disturbo alle
attività scolastiche.
La situazione suggeriva l’idea me-
taforica di una rete le cui maglie,
per questi alunni, erano state giu-
stamente strette per non consen-
tire un passaggio ai cicli scolastici
successivi in quanto non avevano
acquisito competenze idonee; trop-
po larghe invece all’interno degli
interventi nell’ambito della disper-
sione: questi ragazzi presentavano
una difficoltosa integrazione, un’età
inadeguata alla permanenza nella
scuola media, un mancato interes-
se all’apprendimento in genere, un
cattivo rapporto con la struttura
scolastica e, in certi casi, interesse
per comportamenti che poco si ar-
monizzavano con la vita scolastica.
Questi studenti non erano più stu-
denti, erano ragazzi soli, avevano
perso la loro classe di formazione,
avevano perso anni scolastici, ave-
vano perso terreno, erano scollati
dal mondo scolastico e alcuni non
avevano una frequenza accettabile.
Leofferteformativedell’Istitutoera-
no da sempre in atto anche per loro
e, in momenti diversi, alcuni avevano
effettivamente frequentato i vari la-
boratori proposti. Ma i laboratori sco-
lastici hanno uno spettro specifico
per l’anno di frequenza e quindi per
l’età degli alunni e, se ben si adatta-
no a contenere variegati aspetti delle
loro capacità e attitudini, non sempre
sono appetibili per alunni che si sen-
tono troppo diversi e distanti.
1...,73,74,75,76,77,78,79,80,81,82 84,85,86,87,88,89,90,91,92,93,...97
Powered by FlippingBook