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soggetto impara ad attivare, a
volte in maniera cosciente, altre
volte meno
3
.
Comunque, il quesito di fondo ri-
mane sempre quello sopra esposto:
la realtà clinica che va definendosi
attraverso la valutazione neuropsi-
cologica, si orienta più verso un ri-
tardo dell’apprendimento o verso
un deficit dell’apprendimento ?
La risposta che ne scaturisce diviene
snodo cruciale per ogni singolo caso,
in quanto orienta in maniera precisa
e puntuale la progettazione dell’even-
tuale intervento riabilitativo. Spesso,
in età evolutiva, ci si trova a dover at-
tivare processi riabilitativi mirati
al-
l’acquisizione di abilità
, piuttosto che
a proposte riabilitative di tipo reinte-
grativo di aspetti carenti o compro-
messi. Questo perché all’indagine cli-
nica, il più delle volte, le strutture sot-
tostanti le funzioni, mostrano di non
aver subito specifiche lesioni, da cui
il bisogno non è tanto quello di vica-
riare funzioni ma piuttosto quello di
attivare strategie riabilitative finaliz-
zate all’acquisizione di aspetti speci-
fici verso la funzione che in quel mo-
mento presenta una criticità.
LA CLINICA IN
NEUROPSICOLOGIA
DELLO SVILUPPO
Le conoscenze presenti in un indi-
viduo vengono generate attraverso
la sommatoria di diversi e com-
plessi elementi quali: la costruzione
delle immagini degli oggetti, del-
l’immagine di sé, della specificità
delle esperienze personali, il tutto
in sinergia con lo sviluppo specifico
per ogni soggetto delle funzioni
neuropsicologiche semplici e com-
plesse. La presenza di eventuali
condizioni patologiche degli appa-
rati senso-motori, che pongono l’in-
dividuo in rapporto con il mondo
esterno, e degli apparati corticali,
che elaborano le informazioni in
strutture apprese, sono la causa di
processi di conoscenza distorti e/o
alterati, i quali a loro volta condi-
zionano l’evoluzione più generale
della personalità.
L’approccio neuropsicologico nella
clinica dello sviluppo ha cercato di
dare una risposta utile alla com-
prensione di tali processi distorti
e/o alterati.
Per arrivare a ciò è fondamentale,
lungo l’indagine neuropsicologica,
definire, in maniera la più esaustiva
possibile, l’ipotesi da verificare; tale
ipotesi determina, a sua volta, quali
singole funzioni cognitive debbano
essere indagate, e quindi isolate dalle
altre. Da ciò scaturisce la scelta, da
parte del clinico, delle prove da som-
ministrare al soggetto; prove di cui si
conoscono attendibilità, fedeltà e va-
lidità concorrente per ogni livello di
età considerata.
Tale procedura consente la formula-
zione di una diagnosi neuropsicolo-
gica che, frequentemente, comporta
l’attivazione di modalità di con-
fronto tra pattern specifici di presta-
zioni, misurazioni normate e il mo-
dello di funzione cognitiva ‘normale’
correlato all’età del soggetto. Da
tutto ciò si perviene all’identifica-
zione e alla valutazione dei singoli
processo cognitivi presenti nel bam-
bino, siano essi integri e/o deficitari.
DISTURBI EVOLUTIVI
SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO
(DSA)
Con il termine
disturbi evolutivi
specifici dell’apprendimento
ci si
riferisce ai soli disturbi della
abilità scolastiche:
- dislessia, disturbo specifico di
lettura;
- disortografia, e disfasia, disturbo
specifico della scrittura;
- discalculia, disturbo specifico del
calcolo.
Questi disturbi si caratterizzano
per essere ‘specifici’, cioè il di-
sturbo interessa uno specifico do-
minio di abilità in modo significa-
tivo ma circoscritto. Il restante
funzionamento intellettivo gene-
rale risulta salvaguardato.
La probabilità che un soggetto pre-
senti un deficit specifico in un set-
tore (esempio l’apprendimento
della scrittura, la dislessia) senza
che vi sia una compromissione del
funzionamento intellettivo gene-
rale secondo la teoria modulare è
possibile, in quanto la funzione
generale ‘capacità di apprendere’
si declina in una serie di sotto
componenti (i moduli) da cui la
compromissione di un modulo
non pregiudica, in maniera asso-
luta e drastica, la funzione nella
sua globalità ma intacca ‘limitata-
mente’ il domino rappresentato
dal modulo specifico (fig. 3). Sono
presenti in clinica anche situa-
zioni di associazione tra disturbi
specifici di apprendimento. Vi è
quindi la possibilità che un sog-
getto presenti più disturbi speci-
fici di apprendimento, ossia può
essere contemporaneamente sia
dislessico, che discalculico ma per
la
teoria modulare
, è possibile
avere anche soggetti solo disles-
sici, o
solo
discalculici.
Orientamento e società
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
61
3
“Disturbi simili ad una certa età possono
andare incontro a quadri diversi per pato-
logia e prognosi, non solo, anche particolari
quadri di ritardo maturativo possono ad
un’età successiva rientrare completamente
(es. i bambini “late talkers”)
(Chilosi, Ci-
priani e Fapore, 2002)
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