I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
IN ETÀ EVOLUTIVA (DSA)
Valentino Gastini
IL RUOLO DELLA NEUROPSICOLOGIA
DELLO SVILUPPO
INTRODUZIONE
La neuropsicologia clinica studia
le correlazioni fra le attività ce-
rebrali e gli aspetti più evoluti
delle funzioni mentali superiori
quali la percezione, la coscienza,
gli affetti, la memoria, le fun-
zioni di apprendimento del lin-
guaggio orale e scritto, della ca-
pacità di calcolo, l’acquisizione
degli orientamenti e della moti-
lità intenzionale, ecc. Sebbene il
suo scopo centrale sia la descri-
zione e l’interpretazione dei di-
sordini che si manifestano in
queste attività a seguito di le-
sioni circoscritte a specifiche
parti dell’encefalo, l’interesse
finale è tuttavia individuabile
nel tentativo di comprendere
questo straordinario sistema
funzionale complesso qual è
l’encefalo, da cui originano le
varie forme di comportamento
osservabili nell’uomo, nonché
nella sua possibilità di co-
struirsi ed acquisire cono-
scenze. Lo studio e l’analisi di
un deficit che un soggetto pre-
senta a seguito di un danno ce-
rebrale, in una o più delle fun-
zioni superiori citate sopra,
viene definita valutazione neu-
ropsicologica.
Scopo invece principale della
neuropsicologia è l’esplorazione
dell’architettura funzionale dei
processi mentali normali; ciò
avviene attraverso lo studio di
pazienti con disordini neuropsi-
cologici dovuti a lesioni cere-
brali.
CENNI STORICI
La neuropsicologia, come disci-
plina, ha un suo precursore nelle
‘originali’ e ‘curiose’ mappe
mentali disegnate da Gall e
Spurzheim (inizio del XIX se-
colo). Queste, al di là del loro
aspetto fantasioso, sono l’espres-
sione del concetto fondamentale
su cui si basa tutta la neuropsi-
cologia: cioè che le facoltà men-
tali sono distinte e localizzabili
in specifiche aree e settori cere-
brali (vedi figg. n. 1 e n. 2).
In termini più clinici e scienti-
fici l’origine della neuropsico-
logia si colloca verso la seconda
metà del diciannovesimo secolo.
È a questo periodo che risalgono
infatti gli studi clinico-anatomici
e le teorizzazioni di Paul Broca
(1861); egli riuscì infatti a dimo-
strare che la sede della funzione
del linguaggio era collocata nella
porzione infero-posteriore del
lobo frontale sinistro. Questo gli
permise di affermare
che le fun-
zioni mentali hanno una loro spe-
cifica localizzazione nella cor-
teccia cerebrale
. Attualmente, la
neuropsicologia è una scienza
pienamente autonoma ed indi-
pendente e fa dell’interdiscipli-
narità il suo punto di forza in
quanto tende a creare collega-
menti, scambi, rapporti, da un
lato con le neuroscienze (neuro-
logia, neuroanatomia, neurofi-
siologia, neurochirurgia), dal-
l’altro con le scienze del compor-
tamento (psicologia generale,
dello sviluppo e dell’invecchia-
mento, psicologia sperimentale,
psicolinguistica), il tutto inte-
grato dai contributi degli studi
sull’intelligenza artificiale e del-
l’informatica.
modelli della
neuropsicologia
permettono un approccio
dinamico
all’individuazione
delle difficoltà di
apprendimento
in età evolutiva
e all’intervento
di recupero
I
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Fig. 1:
Mappa frenologica secondo Gall e
Spurzheim, inizi ‘900
Fig. 2:
Mappa della localizzazione delle aree
cerebrali del XIX secolo