un gruppo non è quella di essere un
insieme di singoli elementi, ma è il si-
stema di relazioni che essi formano.
Il contatto con il teatro come mezzo di
comunicazione può essere molto edu-
cativo per i ragazzi: è uno stimolo ad
aprirsi agli altri, a scegliere con fan-
tasia ogni strumento (suono, parola,
sguardo) per esprimere il proprio
mondo interiore, il proprio pensiero.
Inoltre, se comunicare vuol dire far
partecipi gli altri di qualcosa che ci ap-
partiene, la recitazione coinvolge gli
spettatori fino a far provare loro le
stesse emozioni degli attori. Il pub-
blico, quindi, viene in qualche modo
educato da essi a farsi vicini agli altri,
a “
com-patire
”, ad accogliere nella vita
ogni tipo di comunicazione interper-
sonale, vincendo l’individualismo.
L’animazione teatrale potenzia inoltre
alcune capacità come la creatività in-
tesa come capacità di pensare, ideare e
realizzare.
La creatività infatti è alla base dell’e-
sperienza teatrale: l’attore crea sulla
scena quando impiega il corpo, la voce
e la sensibilità per dare vita a situa-
zioni e personaggi previsti dal copione
o improvvisati. La creatività è nella
stesura del copione e ancora nella pre-
parazione delle scenografie e dei co-
stumi o nella risoluzione degli even-
tuali problemi (di recitazione, memo-
rizzazione, logistica).
Oltre alla creatività vengono poten-
ziate anche la capacità di improvvi-
sare e quella di coinvolgere gli altri (il
pubblico) nella propria attività.
Nel primo caso i ragazzi imparano a
saper reagire con prontezza e deci-
sione, senza scoraggiarsi di fronte agli
imprevisti; improvvisare significa
quindi agire anche se non si ha tutto
sotto controllo, acquisendo una giusta
sicurezza di sé.
Nel secondo caso i ragazzi, comuni-
cando un messaggio, delle emozioni,
delle provocazioni, vogliono coinvol-
gere gli altri in qualcosa che appar-
tiene loro ed entrano in comunione
con il pubblico per condividere con
esso un momento importante. Da
parte sua, il pubblico partecipa se-
guendo, ascoltando o anche “distur-
bando”, ma soprattutto applaudendo,
appropriandosi, in qualche modo, di
ciò che ha visto.
L’animazione teatrale attiva alcuni
meccanismi psicologici ed è molto im-
portante che l’educatore li sappia rico-
noscere e utilizzare ai fini della matu-
razione dei ragazzi. Questi mecca-
nismi riguardano soprattutto il rap-
porto attore-personaggio e il rapporto
attore-altri.
Nel suo rapporto con il personaggio,
l’attore, inconsapevolmente, esprime
molte caratteristiche della sua perso-
nalità e un osservatore attento può
quindi approfondire la conoscenza dei
ragazzi, guardandoli recitare. Parallela-
mente vi è il fenomeno opposto, per
cui il ragazzo, recitando, si estranea
momentaneamente dalla sua situa-
zione e ciò può aiutarlo a relativizzare
e a superare i suoi problemi immediati.
A volte i ragazzi non riescono ad
esprimersi nella scuola perché si sen-
tono osservati e giudicati dagli altri: si
innescano perciò dei meccanismi di
“blocco” e di disagio. Anche in queste
situazioni, la drammatizzazione può
aiutare il ragazzo a superare le sue in-
sicurezze, ad accettare maggiormente
il proprio corpo, il proprio carattere, a
convivere con i propri difetti e a farsi
accettare “così come si è”, cercando,
almeno nella recitazione, di entrare in
sintonia con gli altri (compagni e pub-
blico) per vivere insieme un momento
intenso.
Nel progetto di teatro dei ragazzi si
evidenzia la coscienza del processo di
lavoro, del percorso e del prodotto
come parte di tale percorso. Grazie a
questo percorso si realizza un utile
rapporto educativo con il bambino/ra-
gazzo che, sebbene sia oggettivamente
un rapporto asimmetrico, vede però la
parte debole non come parte oppressa
bensì alleata e non complice della
parte forte, così che l’educatore è au-
torevole e non autoritario.
Simonetta Vallone
Docente di Lettere
S.M.S. “Unica” - Sacile
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Albino Lucatello, Terra, 1970, olio su tela, 70 x 100 cm