devono scrivere prima un rias-
sunto, poi mischiarlo con un
proprio vissuto, vero o fanta-
stico non importa, per far na-
scere pian piano la
voce nar-
rante
, il futuro “fuori campo”,
del nostro protagonista.
Passano così un paio di setti-
mane. Alla fine ho un pacco di
fogli sia scritti che disegnati,
sgrammaticati e dolenti, con
frasi bellissime che io non sarei
mai stato capace di pensare:
anche confessioni di dolori mai
rimarginati, mai, almeno in un
caso, neppure ammessi prima. E
poi dolcezze per se stessi abban-
donati dal mondo, maledizioni e
voglia di vendetta per i tormen-
tatori, senso di dignità di chi in-
tuisce che subire il male è me-
glio che farlo.
Si legge quasi tutto in classe,
quasi
perché qualcuno ha scritto
la sua storia a patto che nessuno
oltre me la leggesse. Poi, a casa,
inizio un lavoro di montaggio ri-
tagliando dai testi frammenti
sparsi da ricucire poi nel mono-
logo. Lavoro sempre solo con
frasi dei ragazzi, per una voce
che deve essere allo stesso tempo
solitaria e corale, intima e ano-
nima.
Siamo arrivati a novembre. Il
testo, la nostra “sceneggiatura”,
detta già molte delle immagini.
Il video sarà tutto girato in
classe, usando i banchi messi in
piedi come quinte di sceno-
grafia, cartoncini e pennarelli
per fare la maschere di ogni at-
tore. Molti studenti disegnano
story-board
, e uno in particolare
ha figure talmente belle da deci-
dere di metterli così come sono
nel video, perché è evidente che
quella serie di disegni su fogli a
quadretti del piccolo
insetto
martoriato dai compagni dicono
una verità in più, che non sta
né nelle parole né nelle imma-
gini che stiamo per girare.
GINCANE TRA I
BANCHI
Giriamo il video in un paio di
giorni. Le sequenze che accen-
dono di più i cuori dei ragazzi
sono il pestaggio della vittima in
un vicolo cieco fatto tutto di
banchi, e una “carrellata” in cui,
approfittando dello
skateboard
di
un allievo, faccio passare la tele-
camera in mezzo a fogli in
fiamme di quotidiani con titoli
su episodi di violenza nelle
scuole. Giusto per far capire la si-
tuazione: lo skateboard verrà se-
questrato già l’ora dopo, perché i
miei meravigliosi studenti si
erano messi subito a fare gin-
cane tra sedie e banchi appena
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Albino Lucatello, Natura del Friuli, 1969, olio su tela, 160 x 125 cm