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toefficacia) ed infine, sulla dispo-
nibilità d’aiuto offerta dall’am-
biente (supporto sociale supervi-
sore e colleghi).
L’INDIVIDUO CHE
AFFRONTA LO
STRESS: LA
PERSONALITA’ E
L’AUTOEFFICACIA
Causa della “patologia” non è sola-
mente la stretta relazione
12
con gli
allievi, infatti, vi è in letteratura
accordo nel ritenere che tra i fat-
tori predisponenti il
burnout
vi
siano anche le variabili di persona-
lità. Un ruolo determinante è gio-
cato da alcuni tratti, tra i quali, il
grado di responsabilità attribuito
alle proprie azioni. Essi conflui-
scono, in quella che si può definire
personalità “resistente
13
” agli sti-
moli, contraddistinta da un in-
sieme di strumenti utili ad inne-
scare una risposta efficace allo
stress
. In particolare, nella presente
ricerca emerge che, sia per il
gruppo spagnolo che per quello ita-
liano, una delle fonti di supporto
sociale nella lotta allo
stress
, perce-
pite come maggiormente influenti
è costituita dalla propria capacità
personale di fronteggiare le diffi-
coltà. Si può ragionevolmente sup-
porre che, percependosi autoeffi-
caci, gli insegnanti si sentano in
grado di gestire “il tempo del la-
voro” riuscendo ad organizzare le
proprie attività didattiche in meno
ore
14
. Ciò si traduce in un’attribu-
zione di responsabilità, relativa-
mente all’esito delle azioni, a se
stessi, quindi, le persone riescono
ad attenersi alle loro intenzioni,
nonché a raggiungere gli obiettivi
in tempi più brevi rispetto a coloro
nei quali tali percezioni di affron-
tamento sono minori o mancano.
Inoltre, tra coloro che si sentono
più efficaci si trovano anche i più
soddisfatti per la loro professione.
Ancora, è possibile sostenere
che, riconoscendo a se stessi re-
sponsabilità per ciò che si fa, le
persone si attribuiscano contem-
poraneamente anche il merito
per aver adempiuto al loro la-
voro. Nella categoria delle
helping
professions
, uno degli
standard
in-
trinseci
15
al lavoro stesso è l’espe-
rienza della competenza
16
perso-
nale sulle problematiche quoti-
diane.
17
Il professionista, spesso è
spinto da una motivazione ideale
18
e tende ad elaborare un’immagine
lavorativa molto positiva alla quale
aspira ad assomigliare. Si creano
aspettative elevate nei confronti
del proprio ruolo di aiuto. Se a
queste ed all’investimento di sforzi
ed energie non fa seguito un con-
trobilanciamento in termini di ri-
sultati positivi reali, l’individuo
alimenta stress ed esaurimento
emotivo
19
, ossia
burnout
.
Riassumendo, si può affermare
che l’autoefficacia costituisca
un’importante forma di prote-
zione, non solo dal normale stress,
ma anche, e soprattutto, possa es-
sere una forma di prevenzione so-
prattutto per ciò che concerne il
suo aspetto di gestione del tempo
che intensifica la soddisfazione e
va ad alimentare il serbatoio di
energie personali a disposizione
dell’individuo.
L’AMBIENTE CHE
AIUTA AD
AFFRONTARE LO
STRESS: IL CONTESTO
Insegnare significa: preparare, for-
mare, trasmettere conoscenze.
Colui che traduce in atti quotidiani
tale obiettivo formativo, molto
spesso, si trova a dover gestire un
IL BURNOUT NELLA CLASSE DOCENTE
48
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
12
Nel presente studio emerge che la relazione
con gli alunni è motivo importante di stress, ciò
soprattutto per gli insegnanti spagnoli.
Cafiso,
R. Cannizzo, M. G. Sampognaro, G. (1996)
,
ricordano che tra le variabili lavorative scate-
nanti l’insorgenza del fenomeno ci sono: le or-
ganizzazioni a legame debole, come le istitu-
zioni, tra le quali la scuola (in Un aiuto a chi
aiuta. Psicologia contemporanea, 138, 58-63).
Di Maria, F. Di Nuovo, S. Lavanco, G.
(2001)
, proseguono delineando che, in tali con-
testi, alle volte eccessivamente burocratizzati,
si possano determinare rumoreggiamenti e
triangolazioni (in Stress e aggressività. Studi
sul burnout in Sicilia. Milano: Franco Angeli).
13
Così la definisce
Kobasa, S. C. (1979).
Stres-
sful Life Events, Personality and Health. An
Inquiry to Hardiness. Journal of Personality
and Social Psychology, 37, 1-11.
14
Gli insegnanti con i punteggi più alti per ciò
che riguarda l’auteofficacia lavorano nel range
più basso di ore extraccuriccolari (0-11).
15
Uno dei requisiti fondamentali delle profes-
sioni d’aiuto è costituito dall’esssere compe-
tenti. Il professionista, spinto da una motiva-
zione ideale, che secondo il modello di
El-
delwich e Brodsky (1980)
costituisce il primo
dei quattro stadi involutivi del processo, tende
ad elaborare un’immagine lavorativa molto
positiva alla quale aspira ad assomigliare. Si
creano aspettative elevate nei confronti del pro-
prio ruolo, che se disilluse alimentano lo stress
e l’esaurimento emotivo
16
Tra i comportamenti di difesa non adeguati,
Rossati, A. Magro, G. (1999)
, segnalano la
condizione di learned helplness; l’operatore
inizia a sentirsi impotente e non si percepisce
in grado di erogare un servizio utile (in Stress e
burnout. Roma: Carrocci.).
17
Non si dimentichi tra le altre, la componente
dualistica ed intrinseca al ruolo stesso dell’in-
segnante: “compito prescrittivo” e “reale”.
18
Secondo il modello di
Edelwich e Brodsky
(1980)
essa costituisce la fase dell’entusiasmo:
il primo dei quattro stadi evolutivi del sé pro-
fessionale nei professionisti d’aiuto.
19
Rossati e Magro (1999)
sottolineano come,
proprio a seguito della percezione di non essere
in grado di sviluppare erogare un servizio utile,
si mettano in atto comportamenti di difesa
non adeguati.
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