bisogno di grande consapevolezza
da parte degli insegnanti, accom-
pagnata dalla capacità di muo-
versi attraverso i modelli didattici
già diffusi con grande maestria e
a tutti i livelli, dalla programma-
zione (ivi compresa la valuta-
zione) fino all’attività in aula.
Quest’ultima dovrà essere con-
dotta prevalentemente con meto-
dologie attive e con strumenti di
tipo qualitativo: brainstorming,
lezione partecipata, apprendi-
mento cooperativo, lavoro di
gruppo, studio di casi, ecc.
Verso una didattica
orientativa
Occorre, probabilmente, ripartire
da qui, da questa centralità del
processo di apprendimento come
partecipazione ad una relazione
educativa. Senza privarsi della
possibilità di intervenire anche
nel breve periodo attraverso la
sperimentazione di progetti di-
dattici già messi in atto dai col-
leghi (buone pratiche), è possi-
bile iniziare un percorso di rifles-
sione e messa in discussione del
proprio ruolo. Il primo passo è
accettare di divenire dei “profes-
sionisti riflessivi” (Schön D. A.,
1993), che apprendono quotidia-
namente dalla propria azione e
dal confronto con gli alunni, con
gli altri membri dell’organizza-
zione scolastica e con i saperi
esperti che è sempre più facile in-
contrare sulla propria strada
grazie all’utilizzo delle nuove tec-
nologie.
Ma occorre anche costruire una
nuova didattica, che possiamo
denominare “didattica orienta-
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
11
Albino Lucatello, Mondine al lavoro, 1951, carboncino su carta, 61,5 x 71,5 cm