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su specifiche abilità. Si distingue
dal modello delle competenze di
base per la centralità del soggetto e
delle sue “intelligenze”.
È il modello cui fanno riferimento
le varie forme di didattica perso-
nalizzata. Anch’esso presenta il ri-
schio di un elitarismo educativo,
che privilegia gli alunni più evi-
dentemente dotati di un talento
individuale. Allo stesso modo,
corre il rischio di trascurare l’im-
portanza delle competenze di base
uguali per tutti al fine di accedere
alla cittadinanza.
DAL MODELLO
ALLA PRATICA: LA
PROGRAMMAZIONE
A ciascun modello corrisponde
una prassi. O, se vogliamo ribal-
tare il punto di vista, quando met-
tiamo in atto delle strategie didat-
tiche facciamo riferimento, consa-
pevolmente o meno, a dei modelli,
che non necessariamente corri-
spondono a quelli appena elencati.
Di seguito, si cerca di descrivere
come all’interno dei modelli indi-
viduati siano presenti varie mo-
dalità di programmazione didat-
tica, tentando di dare indicazioni
operative. Naturalmente, si tenga
presente che non si tratta di ri-
cette e che il modo migliore per
educare nell’epoca della comples-
sità rimane probabilmente la ca-
pacità di muoversi tra i modelli
didattici, prendendone ciò che
occorre per conseguire le finalità
individuate.
Unità didattiche
La programmazione per obiettivi
alla quale siamo abituati nel si-
stema scolastico, soprattutto a par-
tire dalla scuola secondaria, è tipica
del modello incentrato sul conse-
guimento delle competenze di base.
L’insegnamento viene progettato in
funzione dei traguardi di apprendi-
mento che vengono definiti preli-
minarmente e raggiunti poi, attra-
verso azioni didattiche differen-
ziate per livelli, se necessario, da
tutti i discenti (Baldacci, 2004, p.
41). Si tratta di una prassi ormai
consolidata, derivata dalle varie in-
terpretazioni del mastery learning
e della didattica individualizzata.
Trattandosi di una prassi che si
fonda sull’analisi del contesto e dei
livelli di apprendimento, per poter
essere utilizzata su vasta scala e in
maniera standardizzata (attra-
verso, per esempio, unità didat-
tiche precostituite e pubblicate sui
libri di testo), ha comportato la dif-
fusione di prove oggettive di livello
(test), in entrata e in uscita. Ma
piuttosto che verificare l’adegua-
tezza dell’UD in questione alla
NUOVE COMPETENZE PER LA SCUOLA
E DIDATTICA ORIENTATIVA
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
Albino Lucatello, Ortolano di Pellestrina, 1951, olio su compensato, 100 x 75 cm
1,2,3,4,5,6,7,8,9 11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,...92
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