Progetto2 - page 7

avere il potere di scegliere i propri
modelli didattici, dai quali far di-
scendere le modalità di program-
mazione e le procedure didattiche
da mettere in atto in classe. Signi-
fica saper collegare la propria
pratica con le finalità e gli obiet-
tivi stabiliti, perché la didattica
non è un fatto eminentemente
teorico o esclusivamente opera-
tivo: è un inestricabile commi-
stione di teoria e prassi. Le azioni
didattiche sono sempre rivelatrici
dei modelli culturali che le pre-
suppongono e le guidano: esse
non sono mai neutre.
LA FINE DEL MITO
DELLA NEUTRALITÀ
Nessuna azione didattica può
dirsi neutra. Ciò che progettiamo
di fare e ciò che facciamo dipen-
dono da ciò in cui crediamo, dai
nostri modelli culturali, dal si-
stema di credenze e valori che ci
guidano, da un’antropologia, una
psicologia ed una sociologia,
seppur non formalizzate o, più
spesso, tacite e dunque non cono-
sciute esplicitamente nemmeno da
chi ne è portatore; qualsiasi inse-
gnante è portatore di teorie affe-
renti a questi campi disciplinari.
Per evitare di agire inconsapevol-
mente o senza motivo è neces-
sario, dopo aver condiviso e indi-
viduato gli obiettivi da raggiun-
gere, capire come è possibile rag-
giungerli senza entrare in con-
traddizione con se stessi e con la
propria cultura. Non è possibile,
ad esempio, lavorare per aumen-
tare l’
empowerment
di qualcuno se
non si è convinti che tutti
1
ab-
biano davvero le risorse per rag-
giungere i propri obiettivi. Non è
possibile mettere in atto strategie
didattiche tese a dare potere agli
alunni in un certo periodo del-
l’anno scolastico per poi, al mo-
dulo successivo, mettere in atto
comportamenti (consapevolmente
o meno) tesi a ridurre la perce-
zione di autoefficacia, dunque di
fatto, a diminuire il controllo e la
percezione di controllo dei sog-
getti rispetto alla propria esi-
stenza.
Sono contraddizioni che emer-
gono spesso, soprattutto in sede di
valutazione. Gli insegnanti ten-
dono a chiedere “strumenti” per
operare, ma occorre soffermarsi
ancora sui punti di vista. Per im-
parare a guardarsi da fuori, a rela-
tivizzarsi e, quindi, a cambiare i
propri obiettivi e i propri atteggia-
menti, di conseguenza la propria
azione didattica.
Una chiave di lettura:
fenomenologia dei
modelli didattici
Baldacci (2004) ha allestito, sulla
base del problematicismo pedago-
gico e secondo un approccio feno-
menologico, un utile strumento di
osservazione dei modelli didattici.
Egli prende le mosse da quella che
chiama “situazione didattica ti-
pica” (ivi, p. 26), descritta come
“un ‘processo’ d’interazione di un
‘soggetto’ e un ‘oggetto’ culturale,
che dà luogo a un ‘esito’ d’appren-
dimento (più o meno adeguato)”.
Sulla base di questo schema, il pe-
dagogista elabora una vera e pro-
pria tavola dei modelli didattici,
dove sono rappresentati quattro
modelli ‘ideali’ che possono anche
essere considerati quattro diversi
percorsi formativi (o curricoli).
Ciascun modello è identificato e
etichettato attraverso un “bari-
centro teleologico”, “il fine forma-
tivo che appare in qualche modo
predominante al loro interno”
(vedi Fig. 1).
Vantaggi e rischi del
modello delle
competenze di base
Il modello didattico centrato sull’ac-
quisizione delle competenze di base
(Baldacci, 2004, p. 31) si oppone a
una concezione elitaria della forma-
zione e si fonda su un’intenzione
sociale: dare a tutti i cittadini la ca-
pacità d’uso di competenze discipli-
nari attinenti alla sfera dell’alfabe-
tizzazione logico-matematica e lin-
guistico-comunicativa (
literacy
)
(Batini, a cura di, 2006).
È il modello dominante, quello in
cui siamo sommersi, spesso senza
accorgercene. A seconda di come
lo interpretiamo può dare esiti ra-
dicalmente diversi. Per chi crede
che gli individui abbiano al loro
interno dei “limiti di educabilità”
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
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1
Ci riferiamo a tutte quelle persone che hanno
condizioni di base meno favorevoli (stranieri,
omosessuali, diversamente abili, ecc.).
Modello didattico centrato
Modello didattico centrato
sui processi cognitivi superiori
sull’arricchimento culturale
Modello didattico centrato
Modello didattico centrato
sui talenti personali
sulle competenze di base
Prodotto
Processo
Soggetto
Oggetto culturale
Fig. 1:
Modelli didattici
1,2,3,4,5,6 8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,...92
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