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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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NOI FUTURI MIGRANTI
ti dal Nord Africa e dal Bangla-
desh sono, per la maggior parte,
contenti sia della loro vita prece-
dente che di quella attuale in
Italia (anche se si rileva una mag-
giore difficoltà di adattamento
per le donne del Bangladesh), le
persone provenienti dall’Est Eu-
ropa sono più critiche, sia nei
confronti della realtà lasciata che
di quella trovata. A conferma di
ciò, queste stesse persone riten-
gono che, se stanno abbastanza
bene in Italia, non è certo merito
di iniziative o politiche intraprese
dall’Amministrazione pubblica
nei loro confronti, ma piuttosto
dalla loro capacità di “arrangiar-
si”.
Rispetto allo strumento princi-
pale di integrazione, vale a dire
la conoscenza della lingua ita-
liana, viene rilevata una diffe-
renza tra la generazione genito-
riale e quella dei figli, la cui abi-
lità linguistica è solitamente
ritenuta maggiore. Ancora una
volta fanno eccezione le fami-
glie dell’Est Europa, in cui i
genitori hanno spesso una cono-
scenza uguale se non superiore
a quella dei figli della lingua ita-
liana.
Per quanto riguarda, invece, il
rendimento scolastico dei figli,
tutti sono molto contenti e
nutrono alte aspettative per il
loro futuro: vorrebbero vederli
diplomati o, meglio ancora, lau-
reati; vorrebbero che gli studi
fossero condotti in Italia o, nel
caso delle famiglie provenienti
dal Nord Africa, in una qualsia-
si nazione occidentale (Italia,
Francia o USA, in particolare).
Pochi sono anche i genitori che
vorrebbero che i loro figli tor-
nassero a vivere nel Paese d’ori-
gine: la maggior parte sogna per
loro un lavoro qualificato e
remunerativo, e questo pare sia
possibile solo nel nostro “primo
mondo”.
Infine, tutti ritengono importan-
te un’educazione religiosa. Le
famiglie del Bangladesh in mo-
do particolare, tanto che una
delle ragioni che li spingerebbe
a tornare in patria è proprio il
fatto di non potere avere, qui in
Italia, un’educazione religiosa
basata sul Corano. Ma alle isti-
tuzioni locali non chiedono solo
una maggiore attenzione alla
cura dell’insegnamento della
religione: vorrebbero anche dei
corsi di Bangla, in cui i loro figli
potessero coltivare la loro lin-
gua d’origine a livello non solo
elementare e vorrebbero vedere
potenziato l’insegnamento della
lingua inglese, seconda lingua
ufficiale in Bangladesh. Proprio
in risposta a queste richieste,
parte dei fondi del progetto
sono stati destinati alla realizza-
zione di corsi di Bangla.
I genitori del Nord Africa, inve-
ce, richiedono soprattutto un
maggiore sostegno nello svolgi-
mento dei compiti: il fatto di
non avere una sufficiente cono-
scenza della lingua italiana e di
alcune materie di studio li
rende, secondo loro, incapaci di
aiutare i loro figli come vorreb-
bero.
Indicative non sono solo le
risposte ricevute circa i risultati
scolastici dei figli, ma anche le
opinioni più generali dei genito-
ri, in quanto nella domanda che
mirava a capire cosa occorre ai
figli perché “riescano nella vi-
ta”, la gran parte dei genitori ha
dato rilevanza, oltre al fatto di
essere intelligenti e di impe-
gnarsi nell’andare bene a scuo-
la, soprattutto al fatto di “avere
una famiglia che li segue”. Sem-
bra che in queste culture ci sia
quindi un’alta considerazione
del ruolo della famiglia nella
carriera scolastica (e non solo)
dei figli: in questo senso si ritie-
ne che chiunque voglia intra-
prendere azioni di orientamento
significative nei confronti dei
minori non possa esimersi, in-
nanzitutto, dal contatto e dalla
conoscenza delle loro famiglie.
IL PERCORSO
DI ORIENTAMENTO
NELLE SCUOLE
MEDIE
In sintesi, le azioni realizzate
all’interno del progetto sono
state: intervento di mediazione
linguistica in una scuola dell’in-
fanzia a favore di minori benga-
lesi; corso di lingua Bangla
rivolto ad alunni bengalesi delle
scuole medie; due borse lavoro
a favore di donne straniere (una
rumena e una bengalese) presso
l’Informagiovani e la Ludoteca
del Comune di Monfalcone;
percorso di orientamento in
un’ottica interculturale in alcu-
ne classi prime e seconde delle
due scuole medie monfalconesi,
caratterizzate dalla presenza di
minori stranieri di diverse na-
zionalità e di due allievi con dis-
abilità intellettiva.
Entrando più nei dettagli, per
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