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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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GIOVANI STRANIERI IN FRIULI VENEZIA GIULIA
prima accoglienza a scuola, l’in-
formazione sul sistema scolasti-
co, la presentazione di esperien-
ze utili, l’aiuto per affrontare
situazioni problematiche, ecc.
ALCUNE RIFLESSIONI
E PROSPETTIVE
DI INTERVENTO
Da quanto rilevato tramite l’a-
nalisi dei dati e riportato in sin-
tesi in precedenza, emerge che
le metodologie principalmente
impiegate nella progettazione,
in Friuli Venezia Giulia, sembra-
no essere in linea con le indica-
zioni fornite alle Istituzioni sco-
lastiche dal Ministero dell’Istru-
zione. Si pensi, in proposito, alle
prospettive di intervento sugge-
rite dal MIUR attraverso la pub-
blicazione dei report di ricerca
Le trasformazioni della scuola nella
società multiculturale
(2001) e
Alunni con cittadinanza non italia-
na. Scuole statali e non statali
(2004)
5
, in cui veniva evidenziata
come area di maggior rilievo e
come il primo degli ostacoli da
rimuovere la problematica della
conoscenza della lingua italiana,
e in cui veniva fatto esplicito rife-
rimento proprio al centro di alfa-
betizzazione e all’utilizzo del
mediatore linguistico quali ini-
ziative di intervento prioritarie
per far fronte a tale questione.
La necessità di porre una parti-
colare attenzione all’ambito lin-
guistico trova oltretutto soste-
gno negli studi d’ambito psico-
logico che si sono occupati di
analizzare i fattori implicati nel
processo di integrazione del-
l’immigrato. Secondo tali studi
il livello di conoscenza della lin-
gua e il grado di istruzione,
oltre che il tempo di permanen-
za nel paese ‘ospitante’ e lo sta-
tus socio-economico, sarebbero
fattori aventi un ruolo preditti-
vo sulla buona riuscita dell’inte-
grazione. Si fa riferimento in
proposito agli studi di Berry et
al. (1989)
6
e di Ho (1995)
7
sui fat-
tori che correlano positivamente
o negativamente con le strategie
di acculturazione delle persone
immigrate
8
.
Gli stessi Fischer e Fischer
(2002)
9
in alcune ricerche con-
dotte sui giovani immigrati nel-
le città di Torino e di Genova
hanno evidenziato che la cono-
scenza della lingua italiana co-
stituisce il presupposto indi-
spensabile per l’apprendimento
del giovane e per l’integrazione
scolastica dello stesso, nel ri-
spetto della cultura e della lin-
gua d’origine. Alcune indagini
sull’argomento dimostrerebbe-
ro che, mentre bastano due anni
per dialogare con facilità, è
necessario un lustro per appren-
dere la lingua italiana in modo
da permettere un inserimento
scolastico pienamente efficace
(Lostia, 2001)
10
. Ad ogni modo,
dalle ricerche condotte da Fischer
e Fischer, a cui si è fatto riferi-
mento in precedenza, risulta che
superare il periodo di tre anni sia
un traguardo importante dal
punto di vista delle conoscenze
linguistiche; infatti tale periodo
correlerebbe positivamente con
un buon livello di integrazione
percepita dal soggetto.
Alla luce di queste considera-
zioni un obiettivo prioritario
potrebbe quindi consistere, per
chi si occupa di progettazione in
ambito di integrazione, nel raf-
forzare l’aiuto all’apprendimen-
to del nostro idioma inserendo-
lo direttamente nei piani dell’of-
ferta formativa delle diverse
scuole, per i giovani in età scola-
stica, o, più in generale, tramite
l’erogazione presso altre istitu-
zioni (CTP, enti di Formazione
professionale,…), nel caso di
soggetti di altre fasce d’età. Un
altro risultato emerso dalla
ricerca che sembra rispondere
alle indicazioni ministeriali è la
particolare attenzione che le
Istituzioni scolastiche ripongo-
no su una pedagogia dell’acco-
glienza centrata sul contatto
diretto con la famiglia d’origine
del giovane straniero.
In proposito, si sottolinea che
avvicinare la famiglia del giova-
ne al mondo scolastico potrebbe
essere una strategia di una qual-
che utilità affinché si instauri
nell’adulto immigrato quella
fiducia tale da permettere che il
genitore un domani possa age-
volare quel processo di respon-
sabilizzazione del figlio (concre-
tizzata nel lasciarlo libero di sce-
gliere cosa fare del proprio futu-
ro) che porti il ragazzo con mag-
gior probabilità a decidere di
continuare gli studi, piuttosto
che rivolgersi da subito al mon-
do del lavoro (Fischer e Fischer,
2002)
11
.
Per restare ancora in ambito
scolastico si sottolinea invece
uno scarso ricorso al ‘Test d’in-
gresso’ per l’assegnazione della
classe da frequentare e alle ‘Pro-
ve di monitoraggio della situa-
zione’ durante l’anno scolastico.
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