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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Ammesso che il dato non sia da
ricondursi ad un’omissione nel-
la documentazione di progetto
presa in esame, che si sia poi
inevitabilmente riversata nell’a-
nalisi quantitativa condotta da
chi scrive, ciò starebbe ad indi-
care una scarsa attenzione o una
difficoltà di applicazione di
alcune linee di intervento che
potrebbero risultare di priorita-
ria importanza per una corretta
assegnazione alla classe, in rela-
zione non solo all’età anagrafica
del soggetto, ma soprattutto al
grado di alfabetizzazione di
questi, in modo da assicurare
un giusto equilibrio tra età ana-
grafica e scolastica. Nella consa-
pevolezza dell’importanza che
riveste il gruppo dei pari nel
processo di integrazione, Fi-
scher e Fischer parlano in pro-
posito di un’ottica
pedagogica
interculturale
12
: sarebbe necessa-
rio che gli insegnanti e gli ope-
ratori del sociale in genere, con-
sapevoli dell’importanza che
riveste il
gruppo dei pari
nel pro-
cesso che porta da
una buona
integrazione fra pari nel contesto-
classe
alla
riuscita scolastica
del
giovane immigrato, riuscissero
a stimolare in modo crescente
l’integrazione degli stranieri
con i propri pari a scuola.
Infatti, dalle indagini condotte
dagli autori emerge chiaramen-
te che, per gli stranieri, raggiun-
gere una buona integrazione fra
pari non solo arricchisce le loro
generali condizioni di vita, ma
al contempo migliora proprio la
riuscita scolastica.
Il rispetto per il diverso non è,
però, un atteggiamento sponta-
neo e automatico. Tutto ciò,
infatti, che non conosciamo
bene, che è inusuale, o straniero,
provoca inizialmente diffidenza
e timore
13
.
Per questo motivo il problema
dell’immigrazione non va af-
frontato solo dal punto di vista
dell’immigrato, quale soggetto
più debole e bisognoso d’aiuto,
ma anche dal punto di vista
degli autoctoni, che vedono lo
straniero come possibile minac-
cia al proprio equilibrio sociale
e lavorativo. L’integrazione,
quindi, è un processo in cui l’in-
terazione e lo scambio tra immi-
grati e soggetti autoctoni, popo-
lazione e servizi, è fondamenta-
le, in quanto permette il con-
fronto tra gli stessi. Un confron-
to che deve essere cercato e
sostenuto da tutti i soggetti
coinvolti, perché il processo
d’integrazione non può realiz-
zarsi pienamente se non è bila-
terale. Infatti, se l’interlocutore
non ha un ascoltatore la sua
voce non può essere sentita ma,
allo stesso tempo, se l’ascoltato-
re non diventa a sua volta inter-
locutore, l’univocità dello scam-
bio non permette la conoscenza
reciproca.
14
In proposito, come si nota dai
risultati della ricerca condotta
sulla progettazione in Friuli
Venezia Giulia, più della metà
dei progetti considerati in que-
sto lavoro e che hanno come
obiettivo primario l’integrazio-
ne dei giovani, muovono da tali
premesse, partendo dalla consi-
derazione che l’integrazione può
avvenire anche e soprattutto gra-
zie al coinvolgimento e alla sen-
sibilizzazione degli autoctoni,
così da favorire una relazione di
scambio e di reciproco rispetto.
Vengono così realizzate iniziati-
ve per l’animazione e l’attiva-
zione del territorio, ad esempio
attraverso l’organizzazione di
eventi, seminari e convegni a
tema ed esperienze di scambio
tra persone di diverse culture e
provenienze. Particolare atten-
zione viene posta inoltre al coin-
volgimento delle diverse istitu-
zioni e realtà territoriali, per
assicurare un’azione ad ampio
raggio e la continuità orizzonta-
le delle iniziative avviate.
Rispetto alle implicazioni psico-
logiche dell’immigrazione, co-
me ultima considerazione, sem-
bra utile ricordare brevemente il
monito di Kosic (2003)
15
riguar-
do al delicato rapporto tra pro-
cesso di acculturazione e svilup-
po ontogenetico del soggetto. È
stato spesso affermato che ado-
lescenti e bambini con
back-
ground
da immigrato sono parti-
colarmente vulnerabili a proble-
mi psicologici. Spesso una spie-
gazione data a questa vulnerabi-
lità è il conflitto famigliare inter-
generazionale tra i bambini
immigrati e i loro genitori (Sza-
pocznik e Kurtiness, 1993)
16
.
L’assunzione è che i bambini
immigrati ‘acculturano’ (assimi-
lano) più velocemente i valori
culturali prevalenti e le norme
della cultura ospite rispetto ai
propri genitori. Così, con il pas-
sare del tempo, i bambini immi-
grati e i loro genitori potrebbero
differire per i valori culturali, e
questa discrepanza di valori
potrebbe essere alla base del cat-
tivo adattamento psicologico del
giovane. Va detto però che,
anche se ad un primo impatto
Orientamento e Società