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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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ordini alimentari, al bullismo e
violenza (tutti comportamenti a
rischio citati nello schema di pro-
getto pervenuto alla scuola da
parte dell’ASS nel gennaio 2004)
a problemi esistenziali, legati al
loro concreto vivere quotidiano:
il loro vivere a scuola, dove tra-
scorrono una quota molto impor-
tante del loro tempo fisico e psi-
cologico e nel quale intrecciano
significative relazioni sociali sia
con i pari che con gli adulti le
cui conseguenze sono per lo più
positive, ma talora purtroppo
anche negative. Gli studenti
peer educators hanno ripropo-
sto, senza più nemmeno citare i
problemi indicati nello schema
del progetto, il tema dello star
bene a scuola, con un interroga-
tivo: la scuola è nostra? Un in-
terrogativo che in prima battuta
può apparire inquietante e de-
stabilizzante, ma che invece si
rivela positivamente stimolante
se analizzato a fondo e senza
pregiudizi. Le implicazioni del-
la risposta, o delle risposte pos-
sibili, possono rinsaldare l’al-
leanza tra sistema formativo,
ambiente fisico della scuola,
docenti, educatori, in genere
maestri o adulti e giovani. A
essere interrogati sono gli stu-
denti stessi che si pongono la
domanda e i docenti, nonché
altri attori apparentemente mar-
ginali perché fisicamente meno
visibili dentro la scuola, ma di
fatto protagonisti nel sistema
scolastico, quali amministratori
locali, genitori, politici e quanti
nella società hanno un ruolo nei
confronti della scuola.
Quando gli studenti si chiedono
se la scuola sia loro, significa
che hanno raggiunto un buon
grado di consapevolezza circa la
possibilità di vivere la scuola,
nell’ambito delle finalità che le
sono proprie, in maniera attiva,
partecipativa, propositiva, gio-
Orientamento e scuola
Tita con la sua vettura Benz