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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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tante per mirare al fine che per-
seguiamo. Non ci si può limita-
re a dire ai ragazzi “quanto siete
violenti! State buoni. Non fatevi
del male!” Bisogna piuttosto
dire: “La violenza c’è, dentro
ciascuno di noi. Impariamo, in-
sieme, modi sani per controllar-
la”. “Impariamo prendendo a
modello figure maschili e fem-
minili di successo che hanno
saputo farlo bene”.
INTERPRETAZIONE
DEL FENOMENO
Evidente nei primissimi anni di
scuola, la violenza relazionale
tende a nascondersi e a farsi raf-
finata nella scuola secondaria.
Questo mascheramento la rende
subdola e misconosciuta. Pro-
prio per questo motivo essa è
più pericolosa. Il fenomeno è
ben noto agli insegnanti, ciono-
nostante non è stato portato allo
scoperto in modo specifico, né
pare essere oggetto d’interventi
mirati a contrastarlo. Forse per-
ché si tende ancora a pensarlo
come un fenomeno naturale.
Negli USA, invece, il problema
è studiato scientificamente, da
almeno una decina d’anni, ed è
contrastato con programmi spe-
cifici d’intervento, che coinvol-
gono i diretti interessati.
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L’ipotesi scientifica che ottiene il
maggior consenso, per interpre-
tare il fenomeno, negli USA, è la
seguente. Il
sistema di convinzioni
che giustifica tale comporta-
mento, misurabile con apposito
test predice in modo statistica-
mente significativo gli effettivi
comportamenti violenti. Detto
in altre parole, ciò che si pensa
essere giusto e lecito circa la vio-
lenza relazionale, predice la pro-
babilità di essere coinvolti atti-
vamente o passivamente in es-
sa.
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Evidenziando e modifican-
do il
sistema di credenze
sulla VR,
tramite un approccio cognitivo
comportamentale, si può modi-
ficare stabilmente il clima di
violenza diretta ed indiretta
nelle classi medie. Studi succes-
sivi hanno anche premesso di
precisare che tali interventi cor-
rettivi funzionano meglio quan-
do durano dieci settimane, piut-
tosto che due giorni intensivi.
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Poiché la VR è condizionata da
una specifica cultura, che si può
misurare e modificare stabil-
mente, essa non può più essere
pensata come un dato di natura,
immodificabile. La violenza di-
retta ed indiretta nella scuola
può essere ridotta da un lavoro
focalizzato sul sistema di con-
vinzioni correlato con la sua
accettazione e da una serie di
strategie per contrastarla effica-
cemente. Contrastando la cultu-
ra che sostiene la VR e proponen-
do opportuni comportamenti ed
esperienze sociali
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, si può modi-
ficare la cultura della violenza
nelle scuole medie e superiori.
L’intervento che così si configu-
ra non va però visto come un
insegnamento che corregge ca-
renze educative delle famiglie.
Il luogo comune che le nuove
generazioni crescano senza va-
lori è semplicistico oltre che inu-
tilmente colpevolizzante per le
famiglie.
Dalla ricerca appena conclusa lo
scorso anno, nella Provincia di
Gorizia
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, sembra, infatti, emer-
gere un quadro più complesso.
Per una certa proporzione dei
casi c’è probabilmente un’effet-
tiva carenza nella cultura della
famiglia e/o del Paese di prove-
nienza. Per un’altra porzione si
tratta invece di correggere un
fenomeno d’assuefazione alla
violenza da parte di ragazzi che
portano in sé già sani principi
anti violenza. C’è infine una
larga parte di ragazzi che custo-
disce buoni valori e che non
vuole assuefarsi alle spinte che
li contrastano ma che non sa
come dargli gambe per progre-
dire. Questi ragazzi sono risorse
preziose che aspettano solo l’oc-
casione per socializzare e rende-
re operativi i valori che custodi-
scono in profondità, nonostante
le apparenze, spesso sotto una
maschera d’indolenza e di cini-
smo. Studi scientifici sostengo-
no un’idea che sembra andare
contro corrente: sotto apparenze
necessariamente ribelli ed ostili,
i valori giusti trasmessi operati-
vamente da genitori e educatori
rimangono radicati. E riemergo-
no, quando le circostanze lo
richiedono. Perciò il nostro
dovere, come adulti, è quello di
completare il lavoro svolto in
epoca preadolescenziale, procu-
rando occasioni per collegare
tali valori con esperienze con-
crete che li rinforzino, oltre che
con il patrimonio culturale che
la scuola ha il compito di tra-
smettere.
Per inciso, è stato dimostrato
dalla ricerca che un program-
ma d’educazione extracurrico-
lare, per quanto ben fatto, che
si affianca a quello curricolare
Orientamento e scuola