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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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conoscenza all’allievo. È questo
l’approccio metodologico (che
abbiamo già affrontato in un
precedente articolo) che inter-
preta il benessere come il
piacere
del viaggio
. L’insegnante è l’or-
ganizzatore di una proposta for-
mativa complessa, organizzata
e vissuta, di contenuti e di meto-
di, di valori e di strategie, di
visioni del mondo e di tecniche
operative. Qui il metodo si con-
figura come l
’itinerario,
la
proce-
dura
messa a punto e organizza-
ta dall’insegnante. Per l’allievo
l’itinerario si trasforma in viag-
gio, in
percorso da seguire
, in
pro-
cesso
reale e vissuto;
d) con i
saperi disciplinari
che
porta all’allievo, che seleziona
per l’allievo. È questo l’approc-
cio epistemologico al benessere
che interpreta i saperi intesi
come
mediatori scientifici e cultura-
li
, in cui ogni disciplina presenta
valenze metodologiche plurali,
sia nel suo farsi come disciplina
accademica, sia nel suo proporsi
come disciplina-insegnamento.
La mediazione scientifica e cultu-
rale comporta la ricerca dei meto-
di e delle tecniche che accomuna-
no (o per lo meno, avvicinano) i
“modi” dell’apprendere dell’al-
lievo con i “modi” del sapere
della disciplina.
IL BENESSERE
SCOLASTICO
COINVOLGE
L’ADOLESCENTE
Considerare l’adolescenza una
fase di transizione significa ba-
nalizzare la storia della persona
(tutti i periodi della vita sono di
transizione!); allo stesso modo
indicare la scuola secondaria
come segmento formativo di
transito per il mondo del lavoro
o per l’istruzione universitaria
significa non comprendere le
peculiarità evolutive della rela-
zione educativa. Le strategie
dell’insegnamento, per essere ef-
ficaci, devono commisurarsi alle
modalità e ai processi di appren-
dimento nell’allievo. E l’appren-
dimento nella secondaria, pur
nell’estrema varietà e instabilità
che caratterizza ogni processo a-
dolescenziale, si impernia
nella
costruzione del pensiero formale, nel
potenziamento della metacognizio-
ne, nel ragionamento sul possibile,
nella produzione funzionale, nella
presa in carico consapevole della pro-
pria esistenza
.
Lo scopo della secondaria non è
quello di insegnare un mestiere,
e neppure quello di socializzare,
ma è quello di
insegnare a pensare
:
offrendo modelli e basi di cono-
scenza, codici linguistici, proget-
ti di ricerca, strutture di pensiero
e di azione che sono appannag-
gio delle discipline, delle scien-
ze, delle tecnologie e delle arti.
Le strategie didattiche per l’in-
segnamento secondario non pos-
sono che essere versatili: devono
disegnarsi sui modelli metodo-
logici ed epistemologici delle
discipline e nel contempo devo-
no fondarsi sugli stili, sui talen-
ti e sulle potenzialità dell’ap-
prendimento adolescente. La
domanda cruciale allora è:
quali
sono i possibili equilibri, le media-
zioni o le integrazioni tra i modi
disciplinari del conoscere e i modi
personali dell’apprendere?
Per ogni età le strategie didatti-
che comportano l’organizza-
zione efficace dei metodi e
delle tecniche nella relazione
tra soggetto che apprende e
saperi da insegnare. Ebbene,
nella scuola primaria tale stra-
tegia è fortemente centrata sul
soggetto: l’
allievo-bambino
, con i
suoi saperi e le sue motivazio-
ni, con le sue potenzialità e le
sue esperienze, con i contesti
d’uso a lui consueti, è il fulcro
della metodologia nella scuola
dell’infanzia e in quella ele-
mentare; e in tale metodologia
le discipline figurano come
modelli organizzatori di cono-
scenza, i saperi formali sono
pretesti cognitivi, occasioni
funzionali allo sviluppo dei
processi di apprendimento. Per
altro verso, nella formazione
universitaria e nei corsi post-
diploma la strategia didattica
per l’
allievo-adulto
è tutta cen-
trata sui saperi scientifici e spe-
cialistici del campo di studio e
di ricerca, ed in vista delle loro
applicazioni professionali; la
metodologia d’insegnamento
vede il modellarsi del soggetto
alle
formae mentis
della discipli-
na e/o della futura professione,
secondo logiche simulative.
Nell’insegnamento secondario,
per l’
allievo-adolescente
, sono pre-
senti entrambi i fuochi: i saperi e
i soggetti; la centratura metodo-
logica non sta solo negli uni o
solo negli altri, ma nella
proces-
sualità delle relazioni
tra essi pos-
sibili e nel governo della
com-
plessità degli scenari formativi
che
di volta in volta vengono a
determinarsi
1
.
Le strategie didattiche per la se-
Orientamento e scuola
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